di Maria e Paolo ZAMBON e don Massimiliano SABBADINI
Responsabili del Servizio diocesano per la Famiglia
I presepi, forse da poco riposti, ci hanno offerto l’occasione semplice e popolare per l’intensa e silenziosa contemplazione della famiglia di Gesù. È in quella luce di Betlemme e poi nella casa di Nazareth che le nostre famiglie possono attingere sempre il senso di ciò che le costituisce, rinnovare lo slancio dei loro progetti di vita, rafforzare i legami dell’amore che le unisce.
Sostare presso la Santa Famiglia non è solamente un pio esercizio devoto e neppure una ingenua parentesi retorica rispetto all’incalzare delle necessità, dei problemi e delle faccende. Quella pausa affettuosa e orante vuole piuttosto provocarci: la concretezza delle varie situazioni di vita di ogni famiglia si può leggere alla luce del Verbo fatto uomo, si può orientare secondo la parola e la volontà di Dio, si può affidare al Padre nella preghiera viva e ardente.
Allora, in ciascun membro della famiglia e nelle reciproche relazioni spunta e cresce pian piano il frutto maturo del loro pensare, cercare e operare, ossia la pace. La pace vera si impasta, lievita e cuoce tra le mura domestiche, da dove potrà poi contagiare con la sua fragranza la società, le istituzioni, i popoli e le nazioni. Non ci chiudiamo in casa. Sarebbe solo illusoria la difesa che penseremmo di offrire così alla nostra famiglia dai venti che agitano il mondo gettandolo nella confusione, nelle tensioni, nella tristezza di problemi infiniti, nelle violenze, nelle ingiustizie e nelle guerre. No, apriamo il cuore e usciamo, ciascuno come è capace, anche attraverso i social, a raccontare quanti segni di speranza fioriscono dentro il nostro vissuto famigliare, così complicato eppure così attraversato dalla grazia di Dio.
A queste riflessioni, ispirate da un passaggio della Proposta pastorale dell’Arcivescovo, sono improntati il titolo e il sottotitolo della tradizionale Festa diocesana della Famiglia, in occasione della Solennità liturgica della Santa Famiglia di Nazaret: «Famiglia: pensare la pace, cercare la pace, operare per la pace. Raccontiamo segni di speranza». La Festa si colloca quest’anno all’inizio del Giubileo guidato dal tema «Pellegrini di speranza». La connotazione della speranza, più che la sigla di un evento speciale, fa risuonare un’eco costante e ordinaria nella trama famigliare di tanti cristiani. Questa energia, la speranza, è sorella dell’amore e della fede, virtù che l’intelligenza credente riconosce come “teologali”, doni di Dio operanti e trasformanti le nostre umili risorse umane.
Il libretto preparato dal Servizio diocesano per la Famiglia (Raccontiamo segni di speranza) offre le semplici narrazioni sapienziali di otto famiglie che colgono la concretezza del dono di Dio e del Suo agire – la speranza – dentro le loro vicende quotidiane. È un piccolo esempio, perché nelle nostre famiglie la speranza sia il respiro quotidiano e dalle nostre case essa diventi soffio vitale per tutti.