«Tranquillo, è tutto pagato. A buon rendere». Sembra di vederlo quando, con un cenno discreto della mano, congeda l’interlocutore. Ma chi sono i due dialoganti?
Ribaltando l’immaginario comune papa Francesco, in un recente discorso (visita a “Villa Nazareth”. Sabato, 18 giugno 2016), ha attribuito una parte di generosità anche all’albergatore e non solo al Buon samaritano (Lc 10, 25-37).
«Giorni dopo – ha detto il Papa – è passato un’altra volta da quelle parti il samaritano; sicuramente ha pagato qualcosa. Oppure (l’albergatore gli ha detto): “No, lascia, lascia: questo va sul mio conto”. Forse questa è stata la sua prima reazione alla testimonianza».
Eh, sì. Perché c’è una testimonianza dei gesti che funziona anche in vacanza. Una provocazione spirituale mai neutra.
La virtù del samaritano è nota, anche se non scontata, ma al Papa «piace pensare all’albergatore: è l’anonimo. Lui ha guardato tutto questo, ha visto e non ha capito nulla. “Ma questo è pazzo! Un samaritano che aiuta un ebreo! È pazzo! E poi, con le sue mani gli guarisce le ferite e lo porta qui all’albergo e mi dice: ‘Tu prenditi cura di lui, io ti pagherò se c’è qualcosa in più’. Io non ho mai visto una cosa simile, questo è un pazzo!”. E quell’uomo ha ricevuto la Parola di Dio: nella testimonianza».
Una scena che si può ripetere pure oggi nella reception di ogni struttura d’accoglienza turistica. Una Parola – quella evangelica – che può essere annunciata anche in vacanza, facendo uscire dalla solitudine egoistica e aprendo alla gioia della condivisione.
L’albergatore si sorprende del samaritano e viceversa.
«Quell’uomo – ha continuato Francesco – ha ricevuto la Parola di Dio: nella testimonianza. Di chi? Del peccatore, un peccatore che ha compassione. E non capiva niente, è rimasto con il dubbio, forse con la curiosità: “Ma che cosa è successo qui, strano…”. Con l’inquietudine dentro; e questo è ciò che fa la testimonianza. La testimonianza di questo peccatore ha seminato inquietudine nel cuore di questo locandiere; e cosa è successo di lui, il Vangelo non lo dice, neppure il nome. Sicuramente questo albergatore è in cielo, di sicuro!, perché quel seme, di sicuro, è cresciuto, è germogliato. Ha visto una cosa che mai, mai avrebbe pensato di vedere. E questa è la testimonianza. La testimonianza passa e se ne va. Tu la lasci lì e vai. Solo il Signore la custodisce, la fa crescere, come fa crescere il seme: mentre il padrone dorme, cresce la pianta».
Anche le vacanze sembrano esperienze passeggere. Magari non si ritornerà più nel medesimo posto. Il seme piantato lì – ad esempio, attraverso un’opera di misericordia – crescerà tuttavia comunque. “Ospitare i pellegrini” è una di queste. Ma le opere di misericordia sono quattordici! Tutte praticabili ovunque.
Auguri di buona estate, allora. Sia a chi sta da una parte del bancone sia a chi sta dall’altra.