Come promotori della Campagna Ero Straniero abbiamo svolto una ricognizione rispetto allo stato di avanzamento dell’esame delle domande di regolarizzazione presentate da giugno ad agosto 2020, in seguito all’intervento del governo col decreto “rilancio” a maggio 2020. Abbiamo raccolto i dati dal Ministero dell’Interno e da Prefetture e Questure nei diversi territori – attraverso una serie di accessi agli atti – e informazioni dalle associazioni di tutela e patronati. Ne è emerso un quadro preoccupante in tutti i territori, con ritardi gravissimi e stime dei tempi di finalizzazione delle domande improbabili, di anni se non decenni. Il report che pubblichiamo – disponibile insieme ai dati complessivi sul sito della campagna – ha l’obiettivo di mettere a fuoco le criticità riscontrate e chiedere al ministero dell’interno un intervento immediato per consentire a quante più persone di portare a termine la procedura avviata, vivere in sicurezza e lavorare legalmente nel nostro Paese.
«I dati emersi dal dettagliato rapporto di Ero Straniero ci spingono a dire che provvedimenti straordinari come le sanatorie sono importanti, ma non sufficienti. È sempre più urgente e improcrastinabile una riforma organica della legge sull’immigrazione che superi la Bossi-Fini. Non possiamo continuare a negare dei diritti fondamentali a centinaia di migliaia di persone che vivono e lavorano nel nostro Paese. Come, pensando in particolare alla realtà milanese, quanti sono impiegati nei lavori di cura dei nostri anziani», commenta don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità.
Le conseguenze di tali enormi ritardi sono molto pesanti non solo sulla vita di chi ha fatto richiesta di emersione ed è ancora in attesa di risposta, costretto nel frattempo a restare nell’incertezza e nella precarietà. La situazione appare grave anche nella prospettiva dell’emergenza sanitaria e della campagna vaccinale anti-COVID in corso nel nostro Paese: è fondamentale che il maggior numero di persone in possesso dei requisiti esca il prima possibile dall’invisibilità, in modo da poter garantire l’accesso alle cure, una più efficace programmazione vaccinale e una quanto più ampia copertura della popolazione.
Dice in proposito don Colmegna: «Far uscire dall’invisibilità centinaia di migliaia di persone è a maggior ragione fondamentale in un momento delicato come quello che stiamo vivendo. Tra i diritti a cui avrebbero accesso c’è, per esempio, quello alla salute. Un anno di pandemia ci ha infatti insegnato quanto questo diritto sia irrinunciabile, per tutti».
«Due sono i pilastri per una riforma della politica migratoria che abbiamo proposto con la legge di iniziativa popolare della campagna Ero straniero. Da una parte arginare le continue sacche di irregolarità che l’attuale sistema della richiesta di protezione internazionale produce. Questo lo possiamo fare attraverso l’introduzione di canali di ingresso per lavoro, che diano la possibilità di accedere per vie legali in Italia. E attraverso una regolarizzazione su base individuale delle persone straniere radicate nel nostro Paese. Dall’altra, una nuova legge sulla cittadinanza, che consenta a oltre un milione di italiani di fatto, ma non di diritto, di essere cittadini a pieno titolo», conclude don Colmegna.
Soluzioni, queste, previste nella proposta di legge di iniziativa popolare della campagna Ero straniero dal titolo Nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari, depositata in Parlamento il 27 ottobre 2017 con oltre 90.000 firme e ora all’esame della Commissione affari costituzionali della Camera. Una proposta legislativa che rappresenta un forte segnale di discontinuità rispetto alla normativa esistente, la quale ha dimostrato ormai di essere del tutto inefficace per gestire le politiche di ingresso e soggiorno nel nostro Paese. Una riforma di cui c’è sempre più bisogno, visto l’aumento dell’impoverimento e della precarietà a cui stiamo assistendo, ma che il Parlamento fatica a fare propria.
Ero Straniero è promossa da: Fondazione Casa della Carità “Angelo Abriani”, Radicali Italiani, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CNCA, A Buon Diritto, Oxfam Italia, ActionAid Italia, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche in Italia, CILD, ACLI, Legambiente Onlus, ASCS – Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo, AOI, con il sostegno di numerosi sindaci e decine di organizzazioni.