Sono stati assegnati tutti i 55 appartamenti di Niguarda ristrutturati per iniziativa della Diocesi di Milano in occasione della visita del Santo Padre in città. Le chiavi del primo lotto (30 alloggi) sono già state consegnate agli inquilini. I lavori del secondo lotto (25 appartamenti) sono iniziati il 2 maggio e si concluderanno entro la fine di luglio. La Fondazione San Carlo, che ha gestito l’operazione, prevede che tutte le case saranno occupate entro la fine dell’estate, così come da programma. Tra gli inquilini delle cosiddette case di papa Francesco ci sono 30 stranieri e 25 italiani
Le case sono state assegnate con avviso pubblico sulla base di una graduatoria che ha tenuto conto di diversi parametri. A ognuna delle 800 domande è stato attribuito un punteggio in base al reddito, alla condizione abitativa pregressa, alla numerosità del nucleo familiare, applicando una griglia di valutazione mutuata da quella in uso nelle agenzie pubbliche. Dopo questa prima scrematura è stata fatta, caso per caso, anche un’analisi qualitativa dei bisogni di ogni nucleo familiare, affidandosi alle relazioni dei servizi sociali del Comune e dei servizi del privato sociale: Caritas, San Vincenzo, Comunità di Sant’Egidio.
«Come ci aspettavamo, le richieste sono state molto superiori alle disponibilità, a conferma che nel mercato milanese esiste una quota di domanda mediana tra il canone privato e quello sociale oggi in larghissima parte ancora inevasa e che rappresenta una sfida per la Milano del futuro», spiega Daniele Conti, presidente della Fondazione San Carlo.
Gli assegnatori delle case di papa Francesco pagheranno alla Fondazione San Carlo un canone di affitto per le abitazioni più piccole (bilocali da 55mq) di 250 euro al mese, molto inferiore al valore di mercato.
Proprietario degli alloggi resta il Comune di Milano, che li ha assegnati alla Fondazione San Carlo attraverso un bando pubblico, dopo averli stralciati dall’elenco Erp (Edilizia residenziale pubblica). L’intervento non sarebbe stato possibile finanziariamente senza la Diocesi di Milano, che ha garantito i costi dell’intera operazione attingendo ai fondi dell’8 per mille alla Chiesa cattolica, per un cifra complessiva di 1 milione e 300 mila euro. Un impegno fortemente voluto dall’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, come dono da lasciare alla città in occasione della vista di papa Francesco.