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La Chiesa e la pandemia

Sirio 18 - 24 novembre 2024
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Aiuti

Emergenza Covid, dalla Diocesi distribuiti oltre 9 milioni di euro

Disponibili grazie al fondo straordinario 8x1000 e assegnati a diversi beneficiari, tra cui parrocchie in difficoltà, famiglie con figli nelle scuole dell’infanzia, enti culturali, poveri colpiti dal lockdown

21 Ottobre 2020

Per affrontare l’emergenza Covid, lo scorso aprile la Conferenza episcopale italiana ha deciso di erogare un contributo straordinario alle varie diocesi italiane per sostenere, tramite i fondi dell’8×1000, persone e famiglie in situazioni di povertà o di necessità, enti e associazioni che operano per il superamento dell’emergenza provocata dalla pandemia, enti ecclesiastici in situazioni di difficoltà.

Così la Diocesi di Milano ha ricevuto dalla Cei 9.129.800 euro come quota straordinaria, che si aggiungono agli oltre 7 milioni che rappresentano lo stanziamento ordinario per il capitolo “Culto e pastorale” (il bilancio ordinario generale è pubblicato annualmente sul sito della Diocesi). Dopo le opportune verifiche e valutazioni delle scorse settimane, questo rilevante contributo verrà ora distribuito in modo capillare sul territorio della Diocesi.

Tre i capitoli di spesa: parrocchie, aiuto alle famiglie per sostenere le rette scolastiche nelle scuole dell’infanzia, enti (culturali e caritativi).

In particolare, 3.106.000 euro andranno a 195 parrocchie che si sono ritrovate in difficoltà nell’affrontare le spese ordinarie a causa del calo delle offerte dovuto alla sospensione delle Messe domenicali nei mesi di marzo, aprile e maggio. Si tratta di parrocchie distribuite in modo omogeneo su tutto il territorio della Diocesi.

«Durante il lockdown – spiega il Vicario episcopale per gli Affari generali, monsignor Bruno Marinoni – i fedeli non hanno più potuto riunirsi nelle chiese per le celebrazioni domenicali. La mancata partecipazione alle Messe ha determinato anche una mancata raccolta delle offerte. Le parrocchie con le spalle più larghe hanno affrontato la nuova situazione senza particolari problemi. Altre più deboli hanno avuto maggiori difficoltà. Grazie al fondo straordinario della Cei, compenseremo questi mancati introiti. Inoltre proprio il senso di responsabilità dei parroci ci ha permesso di intervenire solo nei casi più gravi. Alcuni, infatti, pur potendo chiedere il contributo vi hanno rinunciato. Altri, addirittura, anche grazie alla generosità di privati cittadini, hanno raccolto risorse per i loro confratelli che si aggiungono allo stanziamento dell’8×1000. Un bell’esempio di solidarietà».

Altri 2 milioni di euro saranno assegnati ai genitori i cui figli frequentano le scuole per l’infanzia d’ispirazione cattolica. Gli istituti coinvolti sono 500, i beneficiari circa 5mila famiglie con Isee annuo inferiore ai 20mila euro. «Le domande sono state raccolte dalle scuole e saranno le scuole a distribuire le risorse. In un momento di grave difficoltà economica abbiamo voluto sostenere la libertà di scelta di chi ha meno risorse», spiega don Fabio Landi, responsabile del Servizio per la pastorale scolastica della Diocesi.

Infine, gli enti diocesani riceveranno complessivamente 4.130.000 euro, di cui un milione e 810mila derivanti dal cosiddetto fondo “emblematico”, assegnato a Diocesi, come quella di Milano, colpite in modo particolare dalla pandemia. Tra i beneficiari enti che svolgono un’attività pastorale o culturale, come la Fondazione Oratori Milanesi, il Museo Diocesano, la Biblioteca Ambrosiana e il Centro Asteria, ed enti caritativi, come la Fondazione San Carlo, la Casa della Carità e il Consorzio Farsi Prossimo.

Sono risorse, queste ultime, che serviranno a sostenere iniziative assunte durante l’emergenza sanitaria: dalla didattica a distanza ai contributi per l’affitto, dall’accoglienza al sostegno alimentare. Uno sforzo straordinario – che si aggiunge agli interventi ordinari della Diocesi di Milano (ad esempio attraverso il Fondo San Giuseppe) – resosi necessario per rispondere all’aumento delle domande di aiuto giunte dalla fascia più povera della popolazione, la più vulnerabile alle conseguenze delle misure di contenimento della pandemia.

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