Ci sentiamo tutti smarriti per la morte improvvisa di don Graziano. Non comprendiamo le circostanze e nemmeno il possibile disegno. Non era il momento giusto per diversi motivi. Avvertiamo profondamente la fatica di rinunciare alla presenza fisica di un familiare, un amico carissimo, un sacerdote che ci guida nella fede, un confratello che condivide la vocazione, un uomo dal tratto gentile che comunica vicinanza e solidità.
Intuiamo il gusto della vita cristiana che don Graziano ha assaporato sin da bambino nella sua famiglia e nella sua comunità di Premana: radici salde lo hanno temprato insieme a quelle montagne che misteriosamente lo hanno educato, attirato e chiamato anche nell’ultimo passaggio.
Condividiamo con don Graziano il desiderio profondo di una vita piena che non sia mai sciupata, di un tempo che non sia mai “buttato via”: tale desiderio di vita vera lo ha spinto interiormente a conoscere il Signore Gesù lasciandosi conquistare dal Suo amore. “Fate questo in memoria di me” (parola evangelica che esprime il dono ricevuto dai preti ordinati nel 2004) significa vivere a pieno e non vivacchiare, essere di Gesù e per la comunità (Sesto San Giovanni, Buccinasco e Assago, Milano presso la comunità “Gesù Buon Pastore” le realtà ecclesiali che ha servito con dedizione). Tutto ciò è diventato stile di vita, giorno per giorno.
Nel testo “Guariti da Gesù” (edito da Àncora), scritto di recente quale Lectio sul Vangelo di Marco, don Graziano si esprime così: “Gesù ci offre un cammino di liberazione dal male e ci chiede di vivere da risorti. Una bella sfida”. Il pensiero della Risurrezione lo accompagnava spesso, nelle ascese in montagna al sorgere del sole, nel pensiero rivolto ai suoi cari defunti, nel desiderio di comunicare ai ragazzi la passione per la vita qui ed ora, nello sguardo lungo verso l’orizzonte comune che è la vita eterna.
Insieme lo accompagniamo con riconoscenza al Signore: familiari e amici, comunità di famiglie e ragazzi che hanno condiviso la passione educativa in oratorio e nelle parrocchie, sacerdoti e religiose che hanno spartito con lui comunione e stima reciproca.
Lassù vicino al ciel ho visto un dì la grande valle,
un mondo dove tutta la realtà è nel silenzio,
un fior, un casolar, un fuoco acceso, l’intimità che l’animo fa rimaner muto.
Un dì lasciai quel ciel, lasciai quei fior, la grande valle,
la vita mi portò assai lontano e nel tempo,
il cuor pensava allor a quella pace, l’intimità, che l’animo fa rimaner muto.
Poter tornar un dì lassù e ritrovar gli amici miei, di un’altra età,
poter veder davanti a me lo stesso ciel, gli stessi fior che amerò tutta la vita.
LA VALLE (My Way) su testo di una poesia di Walter Orsati
(Guarda il video della versione a cura del coro Nives Premana)