Il 27 ottobre 1976, al rientro a Milano di don Giorgio Basadonna – al termine della sua esperienza internazionale quale assistente mondiale delle guide, il ramo femminile dello scoutismo mondiale -, un gruppo di amici (per lo più provenienti dall’esperienza della Fuci e alcuni ex pariniani) iniziò a riunirsi periodicamente sotto la sua guida. Per questo giovedì 27 ottobre, nel 76° anniversario della sua prima riunione, le persone che costituivano il nucleo fondante del gruppo, nella consueta riunione mensile ripercorreranno le tappe che da oltre settantacinque anni hanno condotto fino a oggi, senza interrompere mai il dialogo e lo sforzo di interpretare e attuare gli insegnamenti di don Giorgio. Inoltre sarà ricordato il centenario dalla sua nascita, dopo la Messa celebrata lo scorso 14 settembre, giorno esatto dell’anniversario.
Come nacque il gruppo
Il gruppo antico era nato come un momento di riflessione e di preghiera che si proponeva di continuare a vivere quanto appreso dalle esperienze vissute insieme nella Fuci, adeguandole alle nuove necessità sociali in un periodo fortemente connotato dai movimenti sessantottini e dalle nuove realtà personali e familiari, con l’ingresso di tutti i componenti nel mondo delle professioni e con la formazione delle loro giovani famiglie.
La parola di don Giorgio e la sua intensa spiritualità, unite a un intenso rapporto umano con ciascuno di noi e con le nostre famiglie, rendevano questi incontri irrinunciabili. Questa consuetudine, nata come risposta alle istanze di quel periodo, continuò a vivere negli anni, con incontri mensili mai interrotti fino a oggi. Anche dopo la sua morte, nel 2008, tutti decidemmo di continuare a incontrarci nel suo nome per rivivere i suoi insegnamenti, tanto che il nome del gruppo – che inizialmente era “Amici di Don Giorgio” – è diventato per tutti familiarmente “Il gruppo antico”.
Ancora vivo e presente
Il 14 settembre è trascorso un secolo dalla nascita di don Giorgio, ma per tutti i suoi amici, ex fucini, scout, ex pariniani e per tutte le persone che lui assisteva e confortava, sia spiritualmente sia materialmente (con la più grande discrezione), la sua persona è ancora viva e presente in mezzo a noi. Per questo ci piace ricordarlo e renderlo presente a tutti quelli che lo hanno conosciuto e amato. Ci piace pensare che il suo nome torni sulle colonne dell’Avvenire dove per tanti anni ha scritto su diversi argomenti e commentato il Vangelo della domenica.
Dall’inizio del suo sacerdozio, alternando la sua presenza milanese all’insegnamento in Seminario, si occupò dei giovani, scout e universitari, e fu un indimenticabile insegnante di religione al Liceo Parini e all’Università Cattolica. Tutti i suoi studenti, anche quelli che hanno poi abbandonato la pratica religiosa, lo ricordano con affetto e con grande rimpianto. Lo stesso vale per il mondo scout e per i fucini. Non abbiamo mai conosciuto nessuno che ne parlasse male o anche solo con leggero fastidio. Il giorno del suo funerale la chiesa era così gremita che molti non riuscirono neppure a entrare.
Era capace di accogliere e di ascoltare tutti, senza emettere sentenze, ma sforzandosi di capire tutte le posizioni, anche le più lontane dai suoi convincimenti. La sua capacità di concentrazione e la sua coerenza erano incrollabili e non venivano meno neanche nei momenti di relax o di svago.
Un rapporto intergenerazionale
Per molti di noi l’amicizia con don Giorgio si è protratta per tutta la vita ed è riuscito a trasmettere la ricchezza della fede e il suo affetto anche ai nostri figli che, diventati adulti, hanno stretto con lui rapporti ancora più intensi e fecondi di noi.
Come dimenticare i suoi numerosi scritti che hanno formato tanti giovani e meno giovani alla vita cristiana e alla fiducia nell’amore di Dio, i suoi numerosi interventi e gli incontri con gruppi di giovani e di adulti? Ricordiamo poi la sua passione per il canto che si sforzava di trasmetterci e per la musica sacra. Da ultimo, la sua versatilità nella letteratura francese e la grande predilezione per il Santo Curato D’Ars, a cui ispirava la sua missione spirituale.
Per questo, nell’anniversario della costituzione del gruppo e nel centesimo della sua nascita, desideriamo far rivivere in tutti quelli che l’hanno conosciuto e frequentato la luminosa memoria di questo sacerdote che nella sua modestia e riservatezza non è stato forse abbastanza ricordato e rimpianto.
Siamo certi che oggi, dal Paradiso, don Giorgio ci guarda e condivide con noi le ansie e le speranze di questo difficile periodo che stiamo vivendo. Ci direbbe di continuare a camminare con la certezza che Dio non ci abbandona.