«Porto la benedizione di Dio su questa serata. Non è una parola magica che risolve i problemi, me è una dichiarazione di alleanza. Dio è alleato di coloro che fanno il bene. Non è che le cose difficili diventano facili o leggere, ma le possiamo affrontare perché c’è qualcuno che porta con noi le situazioni gravose». Sono le parole con cui l’Arcivescovo apre la Cena della solidarietà organizzata dall’Ambasciata del Belize presso la Santa Sede, con l’adesione di Caritas ambrosiana, Regione Lombardia e Comune di Milano. Accanto a lui il sindaco Beppe Sala, l’ambasciatore onorario del Belize presso la Santa Sede Stefan John Charles D’Angieri, Alan Rizzi, sottosegretario di Regione Lombardia, ministri delle Chiese e delle religioni, tra cui il rabbino Capo di Milano, rav Alfonso Arbib. «Questa sera è un simbolo di tale benedizione di Dio che, sulla città, è spesso invocata e che, a Milano, in questo stesso momento vede tanti altri luoghi in cui viene dato aiuto, conforto, sostegno a chi ne ha bisogno», conclude l’Arcivescovo.
Le luci delle grandi occasioni, la splendida sala, carica di storia, delle Otto Colonne nel cuore di Palazzo Reale, il menù della festa firmato da chef famosi. I 160 ospiti di Caritas ambrosiana stanno compiendo un programma di uscita dalla condizione di bisogno. Le tavole imbandite, tra cui gattonano i più piccoli, le chiacchiere tra i convitati che provengono da tanti diversi Paesi del mondo, i selfies e il clima sereno della festa (anche se un poco diversa dal solito) diventano, così, lo scenario di un momento da incorniciare, anche perché, con il grembiule uguale per tutti -“Nessuno potrà ritenersi inutile, nessuno può dirsi così povero da non poter donare qualcosa agli altri”, lo slogan scritto -, servono a tavola l’Arcivescovo e il Sindaco insieme a rappresentanti del mondo consolare a Milano, volti noti della moda e della società civile.
D’Angieri introduce la serata prima che eccellenze italiane – fonduta in vasetto, insalata di branzino, pollo ripieno, cannolo siciliano e cioccolato di Modica, preparati dagli chef Filippo La Mantia e Alfredo Russo – arrivino sulle tavole rotonde e imbandite da dodici ospiti ciascuna.
«La diversità del mondo, su cui Milano vuole trovare una formula di convivenza, è qui. Il nostro impegno a conoscere le differenze, a cercare di trarre valore in tutto ciò continua – evidenzia da parte sua Sala -. Servire a tavola è stato un piccolo gesto, ma lo facciamo con il cuore. Si può far passare il messaggio che chi ha responsabilità deve mettersi a servizio. La diversità di razza, di colori, di religioni è il mondo e Milano si impegna per trarne conoscenza e dà valore a tutto questo». Poi, la dichiarazione dell’impegno – con le parole di papa Francesco – per assicurare un’esistenza degna a ogni donna e uomo, lavorando per la pace, la libertà, la lotta alla fame e la consegna, all’Arcivescovo e al Primo cittadino del riconoscimento “Milano Città della Misericordia”.