Più di mille cittadini (per la precisione 1.061, dei quali 118 con esperienza ancora in corso) inseriti in un percorso, di orientamento, di tirocinio, formativo. E altri 759 pronti a intraprenderne uno. Tra coloro che il percorso lo hanno terminato, ben il 48,1%, ovvero 454 persone, giunti al più elevato dei traguardi possibili, ossia l’aver trovato un lavoro. Soprattutto in tre settori: servizi alle imprese (18,3% degli assunti), commercio (14,5%) e ristorazione (12.1%).
Sono i dati salienti – numeri significativi in questo periodo di crisi ricorrenti che hanno colpito soprattutto il lavoro fragile – che, alla vigilia del 1° maggio, festa internazionale dei lavoratori, può esibire il Fondo Diamo Lavoro, sviluppato dalla diocesi di Milano a partire dal 2018, come evoluzione formativa e “promozionale”, non solo erogativa e assistenziale, del Fondo Famiglia e Lavoro (che ancora prosegue la propria attività, a quasi 14 anni dalla nascita, insieme alla sua declinazione pandemica, il Fondo San Giuseppe).
Formazione e tirocinio
Se il Fondo Famiglia e Lavoro originario era stato pensato come intervento tempestivo per stendere una rete di salvataggio a favore di persone disoccupate tramite sussidi monetari, la nuova versione del Fondo (Diamo Lavoro, appunto) ha puntato a generare opportunità di formazione sul campo per risolvere il vero problema: la difficoltà a trovare lavoro, soprattutto da parte di chi non ha competenze adeguate a tenere il passo dei cambiamenti del mondo del lavoro.
Il Fondo Diamo Lavoro – vedi qui dati e testimonianze in aggiornamento – si configura dunque come strumento di politica attiva del lavoro, promosso dalla diocesi di Milano attraverso Caritas Ambrosiana, che lo gestisce tramite il suo servizio Siloe e la Fondazione San Carlo. Il Fondo favorisce il ricollocamento nel mercato del lavoro di persone con fragilità e criticità occupazionali, in particolare attraverso lo strumento del tirocinio. I tirocini non comportano oneri per le aziende che vi aderiscono (al momento, 1.518) e prevedono un’indennità di partecipazione per la persona, grazie ai donatori del Fondo. A fine 2022, le risorse economiche mobilitate avevano raggiunto un valore di 4 milioni 195 mila euro; tale valore è parte dei 34 milioni complessivi raccolti dal Fondo Famiglia Lavoro dal 2008 e dal Fondo San Giuseppe dal 2020, che hanno aiutato complessivamente circa 14.246 persone disoccupate.
L’importanza della capillarità
«Il sistema che alimenta il Fondo Diamo Lavoro è capillarmente radicato nel territorio diocesano – spiega Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana -. Ascolto, selezione e invio dei candidati avvengono a cura di 62 centri d’ascolto, che indirizzano al Siloe le persone di cui, in molti casi, seguono l’accompagnamento sociale anche sotto altri profili, secondo una logica di presa in carico integrale delle persone in difficoltà, che punta a essere attivante: l’immissione diretta nei tirocini risponde a questa logica. Fondamentale, sull’altro versante, è anche la capillarità della diffusione delle aziende nostre partner, senza le quali non potremmo sviluppare tante opportunità di ingresso o reingresso nel mercato del lavoro. Le aziende, d’altro canto, in tempi di non sempre agevole ricerca di manodopera, godono del beneficio di poter impiegare tirocinanti il cui costo è coperto dal Fondo, e supportati dalla rete Caritas: la validità di questa impostazione è testimoniata dall’alto tasso di assunzioni che si sperimenta alla fine dei periodi di tirocinio».
L’incontro del 3 maggio
Il buon esito dell’esperienza del Fondo Diamo Lavoro – ne parla anche Il Segno di maggio in un’ampia inchiesta (leggi qui) – e l’opportunità che può rappresentare per tante aziende, saranno oggetto dell’intervento che l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, svolgerà mercoledì 3 maggio, durante il convegno promosso dell’Ordine e dall’Associazione nazionale dei Consulenti del lavoro insieme a Caritas Ambrosiana e Inps, in programma nel pomeriggio a Milano, al Centro salesiano “Don Bosco” di via Melchiorre Gioia (vedi qui la locandina). Ai professionisti l’Arcivescovo ribadirà che il Fondo è aperto alla collaborazione con le imprese che essi assistono, invitandoli a incoraggiarle ad aderirvi e a cogliere l’opportunità che esso costituisce, sia come efficace strumento di promozione delle persone in difficoltà, sia come modalità di reclutamento di manodopera formata e motivata.
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