Fino al 5 maggio è in corso la visita pastorale di monsignor Mario Delpini al Decanato di Desio, nella Zona V. «È un Decanato suddiviso in quattro Comunità pastorali, che coincidono con i quattro Comuni che lo compongono: Desio, Muggiò, Nova Milanese e Bovisio Masciago – spiega il decano, don Maurizio Tremolada, parroco di Muggiò -. In tutto ci sono circa 105 mila abitanti. La cittadina più grande è Desio, con cinque parrocchie, poi Muggiò con quattro, Nova Milanese con tre e Bovisio con due. Il territorio è molto omogeneo e ha caratteristiche comuni a quelle della bassa Brianza».
Avete avvertito la crisi economica?
Si è sentita relativamente. Il tasso di disoccupazione è molto basso, anzi, ci sono settori che hanno estremo bisogno di manodopera e faticano a trovarne. Dall’analisi dei dati Caritas, ci siamo accorti che durante la pandemia e nel periodo subito successivo è aumentato il numero di famiglie che facevano fatica ad arrivare alla fine del mese: si trattava soprattutto di persone che avevano lavori precari e che li avevano persi a causa delle chiusure delle aziende. Adesso invece le richieste di aiuto sono legate prevalentemente all’aumento del costo dell’energia e a quello del costo della vita. Un disagio molto sentito è quello abitativo. Molte case sono sfitte, ma non disponibili; altre hanno costi molto alti. Il problema è sentito in particolare da giovani famiglie e immigrati. E per questo stiamo avviando un progetto a livello di Comunità pastorale.
Le attività pastorali, la frequenza alle celebrazioni e l’oratorio sono ripresi a pieno ritmo dopo le chiusure della pandemia?
Le attività sono riprese. Ma abbiamo assistito a uno sfilacciamento del tessuto comunitario. Gli anziani in particolare (e noi qui abbiamo un’età media molto alta per l’invecchiamento della popolazione) fanno fatica a ritrovarsi e a uscire la sera. Mentre le famiglie non riescono più a essere presenti in oratorio e alle Messe come prima.
Giovani: com’è la situazione?
Abbiamo quattro gruppi giovanili, uno per ogni Comunità pastorale, in cui è rimasta buona la frequenza. Riguardo gli adolescenti, però, dopo la pandemia abbiamo assistito all’emersione di alcuni disagi. Da un lato c’è il fenomeno della violenza, che va dalla maleducazione marcata fino agli atti vandalici. Dall’altro c’è la difficoltà a uscire di casa, a causa delle chiusure che hanno tolto l’abitudine alla vita insieme. Da questo punto di vista a Muggiò è molto utile il progetto della casa per adolescenti, dove i ragazzi possono pranzare insieme dopo la scuola, fare i compiti e studiare, ma anche seguire alcuni laboratori: un vero e proprio stimolo alla socializzazione.
L’immigrazione è molto presente?
Relativamente. A Muggiò il 10% della popolazione è immigrata, mentre a Desio la percentuale arriva al 15%, grazie a una presenza molto forte della comunità pakistana, di religione musulmana. Con questa comunità c’è un buon dialogo. Per la chiusura del Ramadan si sono ritrovati in una casa dei missionari Saveriani e l’Arcivescovo ha inviato i suoi saluti. E poi stiamo organizzando insieme una marcia per la pace.
Quali le attese per la visita di monsignor Delpini e quali invece le sfide per il futuro?
Per quanto riguarda la visita, a causa dell’invecchiamento della popolazione, ci piacerebbe che i nonni venissero sollecitati come soggetto pastorale per la trasmissione della fede. Ci auguriamo che la consegna della regola di vita sia per loro uno stimolo ad aiutare famiglie giovani, coppie e bambini nella loro fatica a vivere la partecipazione all’oratorio e alla comunità cristiana in maniera tradizionale. Per quanto riguarda i giovani, abbiamo visto che la Giornata mondiale della Gioventù è stata vissuta con molto slancio. Ci aspettiamo che questo atteggiamento si confermi nelle attività pastorali ordinarie.