«Prendersi cura di chi cura» è il titolo del percorso organizzato gratuitamente dalla Fondazione G.B. Guzzetti, proposto a chi assiste un malato di demenza. Si tratta di sei incontri di gruppo con altri caregiver (coloro che si prendono cura dei malati) per far emergere il trauma e il dolore per la sofferenza del proprio caro. Il gruppo di sostegno è tenuto dal personale del Consultorio Kolbe (viale Corsica 68), in particolare psicologhe esperte in Emdr e demenze. Il calendario prevede incontri in queste date: 23 e 30 settembre, 7, 14, 21 e 28 ottobre, dalle 11 alle 12.30.
Cristina Cesana, responsabile del Consultorio Kolbe, racconta: «Questa è la terza edizione annuale consecutiva del percorso per sostenere i caregiver. È importante sapere che c’è questa risorsa preziosissima, destinata a svilupparsi sicuramente in futuro. Il bisogno c’è ed è forte: si tratta di un problema sociale molto esteso, che nei prossimi anni aumenterà. La popolazione sta invecchiando e dalle ricerche emerge che l’80% delle persone malate di demenza (si intende tutte le malattie degenerative) è a casa, curato dai familiari ancora attivi dal punto di vista lavorativo e genitoriale: figli accudenti che sono anche genitori con propri figli ancora a carico in casa. Chi è obbligato a ricoverare il proprio caro nelle strutture competenti (Residenze Sanitarie Assistenziali) ha riflessi molto negativi dal punto di vista psicologico: senso di colpa per non essere in grado di gestire da solo la situazione, difficoltà relazionale, decadimento psichico e comportamentale: insomma il peso è molto forte e si riflette sulla persona e sulla sua vita quotidiana».
Fondazione Guzzetti, in particolare il Consultorio Kolbe, ha deciso di rispondere a questo bisogno: si inizia con un incontro di analisi della domanda, anche per conoscere il contesto familiare dei caregiver. Segue un test per valutare il grado di depressione e se ci sono presupposti per accedere al gruppo. Si utilizza la tecnica dell’Emdr, che neutralizza la negatività dell’evento traumatico a livello neurale, senza intaccare la memoria, per dare una valutazione più oggettiva dell’evento, come per esempio il momento della diagnosi, il giorno del ricovero nella struttura, il comportamento negativo di una persona cara malata. «La valenza del gruppo è importantissima – aggiunge Cristina Cesana -. In questi contesti è fondamentale non sentirsi soli, condividere le difficoltà, vedere anche situazioni peggiori della propria, tenersi in contatto con persone nella stessa condizione. La condivisione dell’esperienza e il fare parola sulle difficoltà sono il vero valore aggiunto di questi incontri”.
Info: tel. 02.70006393; info@consultorio-kolbe.it