Come per un’inaugurazione attesa o il primo giorno di scuola, sono emozionati, allegri, felicemente contagiosi. Loro, i ragazzini e ragazzine, i fratelli più grandi, gli animatori, i volontari, e su sù, fino ai genitori e ai nonni.
Nell’ampio e bell’oratorio San Giovanni Bosco della parrocchia San Giorgio Martire a Cuggiono, in Zona pastorale IV, un “primo giorno”, in effetti, c’è: l’inizio della proposta estiva, – così come accade nelle stesse ore in altre centinaia e centinaia di oratori sparsi in ogni parte della Diocesi – e non manca nemmeno l’anniversario, con i 10 anni dell’inaugurazione della struttura, festeggiati al meglio dall’arrivo dell’Arcivescovo.
Nella grande area all’aperto, sono davvero in tanti tra i campi sportivi, i nastri colorati che formano la scritta “Viavai”, titolo dell’oratorio feriale 2024, e i grandi cartelli con le ormai tradizionali parole “Kaire, vescovo Mario”. Il saluto che diventa, gridato a una voce sola, il benvenuto all’Arcivescovo, accompagnato dal responsabile della Fom, don Stefano Guidi e accolto, all’ingresso, dal parroco don Angelo Sgobbi, dal sindaco Giovanni Cucchetti, dal coordinatore laico dell’oratorio, Vittorio Gualdoni e da una piccola delegazione di animatori, presenti anche il comandante e altri militi della locale stazione dei Carabinieri e rappresentanti della polizia municipale.
I saluti iniziali
Dopo un animatore che saluta, a nome di tutti, ancora con un “Kaire”, definendo l’oratorio «una seconda casa» e le settimane della proposta feriale come una sorta di viaggio, o meglio, di «pellegrinaggio alla scoperta di momenti di preghiera, gioco e amicizie», è il parroco a rivolgere il benvenuto. «Oggi è il primo giorno di questa “seconda casa”, non solo in estate ma lungo tutto l’anno. Abbiamo atteso per molti anni questo nuovo edificio che è diventato un punto di riferimento: qui ci ritroviamo per la catechesi, lo sport e le attività domenicali. Accogliamo con grande entusiasmo la sua presenza che festeggia i primi 10 anni del nostro oratorio», evidenzia don Sgobbi.
Le parole dell’Arcivescovo
«Grazie del “Kaire” e per questo luogo dove ci si sente tra amici e al sicuro: grazie a tutti coloro che collaborano, che sono volontari perché questa sia veramente una casa», spiega, da parte sua, l’Arcivescovo Mario Delpini rivolgendosi direttamente ai ragazzi e alle ragazze che ha davanti seduti semplicemente per terra.
«Ho pensato di regalarvi il segreto della felicità che io ho scoperto e che consiste nel fatto di domandarsi, al mattino quando ci si sveglia, chi possiamo rendere contento in quella giornata, e, alla sera prima di addormentarsi, chiedendosi chi abbiamo reso felice nel corso del giorno. Infatti, la felicità sta nel prendersi cura di quella degli altri. Vi porto la benedizione di Gesù perché vi aiuti a camminare su questa strada. Guardate il cielo, un po’ nuvoloso e un po’ azzurro, che vi dice “bravi: avete cominciato bene l’oratorio”». Come ben si capisce nella recita corale e ordinata del testo di preghiera del sussidio per il primo giorno di oratorio estivo “ViaVai”.
Poi, 3 domande. Inizia Gloria: «Decidere, prepararsi, partire, camminare, arrivare, ritornare, raccontare, sono i 7 passi del viaggio “Vivai”. Quale, di questi, è il verbo più importante?».
Immediata la risposta del vescovo Delpini. «Tutti i verbi sono importanti, ma bisogna che siano accompagnati dalla parola “con Gesù”, altrimenti il viaggio “Viavai” non funziona».
Alessio pone il secondo interrogativo all’Arcivescovo: «Come era il suo oratorio estivo?». «Non era così bello – risponde Delpini -, non avevamo tutta la fantasia della Fom e del suo direttore don Stefano Guidi. Ogni giorno si giocava a pallone, ma avevamo creato la “compagnia delle sentinelle” di quelli un po’ i più grandi, fatta con il desiderio di avere amicizia, di essere organizzati e attenti che tutti partecipassero alla vita dell’oratorio. Questa è la cosa che più mi è piaciuta: il gruppo che si dedicava a controllare se tutti stessero bene».
Da qui la domanda sull’amicizia. «È molto importante: così sai che c’è qualcuno che ti aspetta, i tuoi amici; sai che sei importante per qualcuno, perché la vera amicizia rende migliori. Se uno è da solo, si stanca, se invece si è in compagnia, come con delle sentinelle, insieme si diventa migliori. Esiste anche un modo di vivere l’amicizia che rende peggiori: non è amicizia, si chiama complicità perché fa danni. Vi auguro di essere veramente amici con quel volersi bene che rende migliori, avendo la certezza di essere importanti gli uni per gli altri».
La proposta estiva
A conclusione, il momento conviviale con il taglio della grande crostata in memoria dei 10 anni, preparata dalle volontarie, le foto di gruppo e gli immancabili selfie per una giornata da ricordare, all’avvio di un cammino che coinvolge, nella proposta oratoriana estiva, circa 320 bambini iscritti, una sessantina di animatori, 80 volontari, impegnati per 6 settimane cui se ne aggiungeranno altre 2 a fine estate.
«Apriamo dalle 7.30 alle 9.00 per venire incontro ai genitori che devono recarsi al lavoro», nota il coordinatore Gualdoni. «Al mattino si inizia con i balli, l’animazione e i giochi divisi per fasce di età; poi, abbiamo il pranzo realizzato dai nostri volontari. Al centro della giornata vi è il momento di preghiera e riprendiamo nel pomeriggio con laboratori, tornei e alcune attività a tema suggerite dalla Fom, Dalle 17 alle 18 si torna a casa. Nella settimana, un giorno si va in piscina e un giorno gita e organizziamo anche una “serata Oratorio Family” per coinvolgere le famiglie. Ospitiamo, senza alcun problema, anche ragazzi appartenenti a famiglie di altre religioni».