È arrivato alle 5.30, per la celebrazione delle Lodi, che ha aperto una giornata di festa e di memoria a cui hanno partecipato centinania di fedeli della Valsassina. Lunedì 5 agosto l’Arcivescovo Delpini è salito a Introbio (Lc) e da lì ha guidato la processione sul sentiero che porta al piccolo santuario della val Biandino, dove ha celebrato la messa delle 11 in occasione dell’annuale festa della Madonna della Neve, sciogliendo così – assieme ai fedeli della Comunità pastorale Madonna della Neve, al parroco don Lucio Galbiati e a don Gianmaria Manzotti – un voto fatto nel lontano 1836.
Circondato da una cresta ininterrotta di monti – tra i quali spicca per imponenza il Pizzo dei Tre Signori, con Trona e il Varrone ferroso -, ogni 5 agosto il seicentesco Santuario mariano è infatti meta di una devota quanto partecipata processione che in quasi 190 anni di storia non ha mai perso lo smalto originario. Nel 1836, quando ci fu un’epidemia di colera che infuriò un po’ ovunque, mietendo vittime in tutta la Valsassina, la Madonna di Biandino stese il suo velo sul paese di Introbio preservandolo dal mortifero morbo. Da allora gli introbiesi, in segno di ringraziamento, fecero voto di recarsi ogni anno in pellegrinaggio al Santuario ed incominciarono a invocare la Madonna della Neve con il titolo di Madonna di Biandino, un titolo che nessun calendario riporta, ma che è stampato da generazioni nel cuore dei valsassinesi.
«Siamo venuti qui non solo per il fascino della giornata, della natura, della compagnia ma perché Dio vuole sorprenderci e consegnarci tre parole necessarie per quando scenderemo a valle e riprenderemo la nostra vita ordinaria», ha detto l’Arcivescovo Delpini. «La prima parola è “non temere” – ha esortato -, la vita è dura ma tu non temere, le scelte da fare sono inquietanti ma non temere, la situazione in cui vivi è complicata ma non temere. Non tutti stanno bene e non tutte le cose riescono come ci si aspetta ma non temere. Se hai una responsabilità amministrativa, nella società, non temere, anche se sei un prete o un diacono non temere».
«La seconda parola – ha continuato l’Arcivescovo – è “il Signore è con te” e ti accompagna sempre, ascoltalo, la sua parola illumina la tua vita. Il Signore è con te e ti ascolta. Nulla è impossibile a Dio, nulla può impedire a Dio di Amare». Infine, mons. Delpini ha illustrato la terza parola, «Tu puoi»: «Puoi farcela, tu puoi avere stima di te, dentro di te ci sono risorse che il Signore potrà mettere a frutto, non scoraggiarti, non lasciarti imbrogliare dalla confusione che ti circonda. Non lasciar spegnere l’entusiasmo dei tuoi sogni».
La giornata si è conclusa nel pomeriggio, con la tradizionale processione di ritorno a Introbio a partire da “Cà dol Dolfo”, con il canto delle tradizionali litanie e del Te Deum, alla quale l’Arcivescovo non ha fatto mancare la sua presenza.