«In questo momento di preghiera professiamo la fede e chiediamo di passare dall’enigma al mistero, quel modo di comprendere che si lascia illuminare da una sapienza che viene da Dio; di passare dallo strazio alla consolazione. Chiediamo di passare dalla curiosità morbosa alla discrezione del compatire. La curiosità continua a ronzare intorno al macabro, mai si sazia di pettegolezzi, di mezze parole. Chiediamo la discrezione che sa compatire, quella sobrietà che preferisce il silenzio alle parole inutili». Sono scandite le parole che l’Arcivescovo, presidente dell’Istituto Toniolo, pronuncia durante la preghiera di suffragio per il rettore dell’Università Cattolica, Franco Anelli, scomparso tragicamente la sera di giovedì 23 maggio (leggi qui).
La preghiera di suffragio
Nell’Aula Magna dell’ateneo, gremita attorno al feretro con appoggiata sopra la toga e l’ermellino peculiare dei rettori e dei presidi di Facoltà, la comunità dell’Università si stringe intorno a chi ne è stato alla guida per 12 anni. La preghiera è segnata dall’emozione e da uno sgomento trattenuto che non passa con il passare dei giorni. Accanto a monsignor Delpini siedono il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, e l’assistente ecclesiastico generale della Cattolica monsignor Claudio Giuliodori.
Non mancano, nelle prime file, i rappresentanti delle istituzioni, a partire dal sindaco di Milano Beppe Sala con la vice Anna Scavuzzo, la presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi, il Prefetto e il Questore della città, le cariche militari ai massimi livelli locali, Rettori emeriti e in carica delle Università milanesi, Letizia Moratti (già Ministro all’Istruzione e Sindaco del capoluogo lombardo), Lorenzo Ornaghi (predecessore di Anelli come Rettore e anch’egli ex Ministro), volti noti della finanza e del mondo bancario.
Le parole dell’Arcivescovo
A tutti si rivolge la riflessione dell’Arcivescovo: «Preghiamo e chiediamo la grazia di passare dall’enfasi sulla morte alla sapienza che legge e interpreta la vita, il bene compiuto, le fatiche sostenute, i punti di vista ammirevoli o discutibili, i meriti scientifici del professor Anelli».
Da qui la responsabilità che riguarda ognuno: «Chiediamo anche per noi di passare dall’inquietudine verso il futuro all’assunzione di responsabilità. L’interruzione tragica della presenza del rettore, per anni protagonista della vita della nostra Università, determinante nella scelta delle persone e delle strategie, può generare un senso di inquietudine sul futuro. Chiediamo che ciascuno si metta di impegno per servire il bene della comunità universitaria, offra il suo contributo di pensiero e di disponibilità perché si scriva una storia che erediti tutto il bene e che si avvii su nuovi cammini, per nuovi climi e narrazioni persuasive. Preghiamo per il nostro fratello Franco, per tutti coloro che sono trafitti da questa tragedia, per la mamma, per gli amici, per tutta la nostra Università e per la responsabilità di ciascuno di noi».
Zuppi: il “grazie” della Cei
Poi l’intervento del cardinale Zuppi (leggi qui), che porta la partecipazione e la vicinanza della Chiesa italiana: «Il Rettore Magnifico ha vissuto intensamente la vocazione dell’Università. Cattolica, che coltiva la passione per l’uomo e la sua piena realizzazione, l’impegno perché ogni persona possa diventare protagonista all’interno della società, sempre attenta al bene comune, che è sempre l’unica parte che la Chiesa sceglie e per quale sarà sempre libera. La vita del professor Anelli si è snodata lungo questo sentiero, illuminato dalla luce di tante persone illustri e testimoni esemplari, uomini e donne capaci di essere non solo illustri studiosi e insegnanti, ma anzitutto autentici “maestri” di vita per le nuove generazioni».
La commemorazione del direttore generale Nusiner
Una sottolineatura – questa del legame con gli studenti che Anelli ha sempre coltivato – tornata nei brevi interventi successivi, da quello di una rappresentante degli studenti (allieva del Rettore, leggi qui) alla commemorazione commossa del direttore generale dell’ateneo Paolo Nusiner (leggi qui): «È stato un uomo capace di immaginare il futuro, ma, nello stesso tempo, di ritornare al presente per dare concretezza a quei sogni e a quei progetti». Una capacità di visione, ha aggiunto Nusiner, che «abbiamo potuto sperimentare con lo sviluppo del progetto della Caserma Garibaldi che il rettore Anelli ha “visto” come campus urbano (così lo aveva definito in apertura dell’anno accademico 2023-2024) e come grande luogo di comunità per un Ateneo aperto e capace di rendere vivo, con la presenza dei giovani, il cuore stesso della città di Milano».
Senza dimenticare «lo sviluppo della Fondazione Policlinico Gemelli: una delle tante occasioni in cui abbiamo potuto apprezzare le sue capacità professionali di fine e affermato giurista con una visione strategica che ha permesso all’Ateneo e al Policlinico di correre su binari paralleli con una meta comune». Inoltre, più recentemente, il Piano strategico 2023-2025, immaginato con «un piano operativo definito con 44 progetti e ben 163 azioni programmate».
Il ricordo del prorettore vicario Cocconcelli
«Vorrei sottolineare un ulteriore aspetto che riguarda l’attenzione che riservava all’educazione e alla formazione delle studentesse e degli studenti – dice da parte sua il prorettore vicario Pier Sandro Cocconcelli (leggi qui) -. Il rettore Anelli, da studioso appassionato, era realmente convinto che al centro dell’azione universitaria ci debba essere lo studente. Davanti alla sua morte siamo rimasti sgomenti e stupiti: ora, dal nostro dolore, dobbiamo rinnovare le ragioni per proseguire con un nuovo slancio nel ricordo di un rettore generoso e lungimirante. Come ci ha ricordato lui stesso pochi mesi fa, non è il passato, ma la propensione al futuro ciò che rende l’Università un’istituzione sociale».