È in corso fino al 4 febbraio la visita pastorale dell’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, nel Decanato di Legnano (Mi), nella Zona IV, a una trentina di chilometri dal capoluogo lombardo. Un territorio ricco di attività imprenditoriali e di realtà sociali.
«Il Decanato di Legnano comprende le città di Legnano, Villa Cortese, San Vittore Olona, Cerro Maggiore, Busto Garolfo e Rescaldina, per un totale di 120 mila abitanti – spiega il Decano, monsignor Angelo Cairati, parroco della chiesa di San Magno -. La città di Legnano è divisa in tre settori pastorali: Oltre Sempione, che comprende quattro parrocchie in Comunità pastorale; Oltre Stazione, con tre parrocchie in Comunità pastorale; il Centro, di cui fanno parte San Magno e San Domenico, che sono in Unità pastorale. Il clero decanale si ritrova mensilmente per momenti di fraternità e formazione, quello cittadino più spesso, Recentemente, inoltre, si è svolta nelle nostre parrocchie l’Assemblea sinodale, dedicata al tema dell’educazione.
La crisi economica si è sentita molto nel vostro territorio? La disoccupazione è un problema?
L’Alto milanese è costituito soprattutto da piccole e medie imprese. Le famiglie che vivono qui sono di ceto medio e medio alto e il lavoro, generalmente, non manca. Ci sono anche sacche di povertà, di cui si fa carico la Caritas con altre realtà del mondo cattolico e non: a Legnano, infatti, ci sono più di ottanta associazioni di volontariato che si occupano del sociale. Anche il Palio (manifestazione che si svolge annualmente per commemorare la famosa Battaglia combattuta il 29 maggio 1176 tra la Lega Lombarda e l’esercito imperiale di Federico Barbarossa) ha un risvolto benefico. Quello che invece si sente molto è il problema dell‘housing sociale.
Gli stranieri sono molto presenti? Quali sono le nazionalità più numerose?
Sono il 13% della popolazione. Si tratta in prevalenza di albanesi, latino americani, egiziani, marocchini e pakistani. Nella scuola statale sono in aumento i ragazzi con genitori stranieri.
E sono ben integrati nella vita cittadina?
L’integrazione, tutto sommato, direi che c’è. Soprattutto per quello che riguarda le famiglie con figli in età scolare, che sono maggiormente coinvolti nelle attività locali. Gli altri, invece, sono molto legati alle comunità di appartenenza. Significativa comunque è la presenza del mondo islamico.
Dopo la pandemia la frequenza alle funzioni, al catechismo e alle attività dell’oratorio è ripresa regolarmente oppure c’è stata una diminuzione nelle presenze?
Direi che, dopo le chiusure dovute al lockdown, un 10% costituito da quanti venivano per convenzione e non per convinzione si è staccato definitivamente. Si tratta per lo più di ragazzi, ma non solo. La diminuzione è stata sensibile. La pastorale giovanile è comunque ben condotta da tre giovani sacerdoti, che hanno uno sguardo attento anche alle nuove forme di evangelizzazione. La Caritas e l’Oratorio sono molto presenti. La città è molto viva e le persone sono molto coinvolte nella vita sociale. La Chiesa è molto radicata e spesso partecipa attivamente anche alle iniziative di carattere civile, come lo stesso Palio.
La popolazione anziana è molto numerosa?
Sì, e abbiamo notato ormai da tempo che il numero dei funerali ha, di gran lunga, superato quello dei battesimi.
Quali sono le attese per la visita dell’Arcivescovo?
È il nostro Pastore. Siamo quindi molto contenti della sua venuta. Ci aspettiamo soprattutto parole di incoraggiamento e di speranza. Durante la sua visita presenteremo sicuramente la situazione del Decanato e poi cercheremo di raccogliere qualche suggestione sul possibile cammino da seguire in futuro.