Ecco l’ultima sorpresa del nostro Arcivescovo, da cui emerge il suo grande cuore di pastore: un messaggio per il mondo della scuola, un augurio pasquale semplice e intenso.
L’Arcivescovo sceglie il genere letterario della poesia per una scuola «in rima baciata». Siamo introdotti nelle case dei ragazzi che fanno scuola “a distanza” grazie alle nuove tecnologie; ci si immedesima con i docenti che insegnano con impegno, con i dirigenti che si preoccupano di far funzionare le cose; si pensa al personale non docente che veglia e prepara il futuro. Nelle parole fluenti dell’Arcivescovo risuonano i nomi di ragazzi e ragazze, si descrivono i loro atteggiamenti; si incita a non perdere l’occasione di questi giorni in cui si vive una scuola “virtuale”, esprimendo al contempo il desiderio di incontrarsi di nuovo della scuola “reale”!
L’esperienza educativa e scolastica è essenziale per costruire vita buona e fratellanza con tutti. L’Arcivescovo non tralascia – sempre in rima – di esprimere un pensiero accorato e significativo per la scuola paritaria, che a causa della pandemia soffre una doppia fatica: «È un gran servizio, ma in Italia resta un vizio, la mia scuola è eccellente, ma non vive d’aria e niente».
L’augurio pasquale è davvero per tutti. Da queste parole di speranza scaturisce una responsabilità: per ripartire, dopo questa drammatica crisi, è necessario investire le migliori risorse nell’educazione e nella scuola.