Dopo un primo momento di paralisi, trasecolati per il fatto che tutto si fosse fermato, alla Caritas di Bollate ci siamo ripresi e, tenuto conto di tutto – le limitazioni imposte dalle Istituzioni e da Caritas Ambrosiana, che ha richiesto più volte che i volontari settantenni e oltre non si mettessero in gioco -, abbiamo esaminato quello che restava da fare. Preso atto che, se i luoghi deputati alla solidarietà attiva dovevano restare chiusi allora era necessario muoversi sul territorio, abbiamo capito subito che non si poteva fare a meno della collaborazione di altre forze del volontariato. Era anche necessario realizzare la comunicazione con le persone che avessero chiesto aiuto a Caritas e che di solito frequentano il Centro d’Ascolto; questo è stato fatto attraverso un telefono dedicato.
Così è stato subito evidente che le richieste più numerose, e spesso le più urgenti, chiedevano soccorso gratuito in alimenti. I volontari Caritas e San Vincenzo hanno dato il via a una catena di lavoro per la preparazione di pacchi viveri destinati alle famiglie in difficoltà; alla fine della catena è arrivata la collaborazione della Protezione Civile per la fase di consegna, risolvendo il problema della mobilità sul territorio. Così negli ultimi 15 giorni sono stati portati a domicilio 100 pacchi viveri e distribuiti 2500 euro in buoni spesa; tutto grazie alla generosità dei parrocchiani bollatesi e del Coordinamento Promozione Solidarietà (CPS).
È stato possibile poi ampliare il progetto “Due mani in più”, servizio presente sul territorio bollatese dal 2004, finanziato da Coop Lombardia in collaborazione con Permano-Caritas, CPS Bollate e volontari Coop, in stretto contatto con i Servizi Sociali del Comune di Bollate. Fin dai primi di marzo, allargato l’intervento già in atto, è stata consegnata la spesa ogni settimana ad anziani che, al momento, hanno raggiunto il numero di 70.
In questi giorni è in elaborazione l’intervento per dare attuazione al Fondo San Giuseppe.