Dal 27 al 30 settembre monsignor Mario Delpini guiderà un pellegrinaggio diocesano al Santuario nazionale «Maria Madre e Regina» di Monte Grisa (guarda la locandina). Il viaggio è coordinato dal competente ufficio della Curia. I fedeli ambrosiani faranno tappa pure in diversi luoghi significativi del Friuli Venezia Giulia: Aquileia, Redipuglia, Trieste, la Risiera di San Sabba, la foiba di Basovizza, l’isola di Barbana, Cividale del Friuli, San Daniele.
La visita nel Nordest dell’Italia sostituisce quella, già comunicata, a Banneux e a Bruxelles. La meta belga, nei giorni indicati, presenterà infatti impedimenti logistici che si annunciano come non facilmente superabili. Sono confermati invece i temi di meditazione che l’arcivescovo approfondirà nell’occasione.
Anno della preghiera
Innanzitutto, la trasferta spirituale si sintonizza con la volontà di papa Francesco. Il quale ha chiesto che la preparazione prossima al Giubileo avvenga attraverso una preghiera più intensa, che si fa pure scuola. A tal proposito, il motto del viaggio rilancia l’incipit del Magnificat («L’anima mia magnifica il Signore»), la preghiera più sistematica di Maria. Da essa si apprendono sia i contenuti sia gli affetti graditi a Dio.
Pellegrinaggio popolare
La Vergine ha innalzato questo inno al termine di un itinerario che l’ha portata a casa della cugina Elisabetta. Dove è avvenuto un incontro tra due grembi, essi stessi santuari di vita, e due sogni/vocazioni. Ogni viandante, che giunge a un santuario, sperimenta sentimenti analoghi. Porta con sé l’esigenza di speranza e la presenta attraverso le sue preghiere. Così faranno anche i fedeli milanesi, riscoprendosi non erranti, ma attesi.
L’Europa e la pace
Non mancherà, infine, la riflessione sull’Europa e sulla sfida della pace. Il Friuli Venezia Giulia – terra di confine e teatro bellico nel secolo scorso – ospita siti che stimolano ancora oggi le coscienze e le menti. Lo stesso santuario di Monte Grisa, destinazione iconica del pellegrinaggio ambrosiano, è stato costruito come ex voto. Antonio Santin – vescovo di Trieste e Capodistria, nel pieno della II Guerra mondiale – promise l’erezione della chiesa qualora il capoluogo della regione fosse stato risparmiato dai bombardamenti. Popoli contro popoli. Ma ancor prima, nel 381 d.C., il suolo friulano fu testimone anche di fratture intra-ecclesiali. Proprio ad Aquileia si celebrò un acceso Sinodo per combattere l’eresia ariana. Il nostro Sant’Ambrogio, in quella occasione, si mosse da par suo per riportare la Chiesa alla ortodossia.
Lì si troveranno segni di ferite e sforzi di sutura.
Santuario nazionale
Dedicato a «Maria Madre e Regina», quello triestino è l’unico tempio mariano italiano cui è stata riconosciuta la qualifica di «nazionale». Fu progettato nel 1959 dall’ingegnere Antonio Guacci. La struttura triangolare evoca la lettera M, iniziale della Vergine Maria. Lo stile architettonico è riconducibile alla corrente del «brutalismo», un filone edificatorio che ha ritrovato eco mediatica proprio in queste settimane. L’ultimo singolo di Fabri Fibra è lanciato da un video musicale che – alle spalle della partner canora, Emma Marrone – lascia intravvedere le arcate in cemento del cimitero di Busto Arsizio, realizzato proprio con questa tecnica.
Iscrizioni e organizzazione tecnica
Per iscrizioni e informazioni: Duomo Viaggi & Turismo (via Sant’Antonio 5, 20122 Milano; tel. 02.72599370; www.duomoviaggi.it)