La Giornata diocesana della solidarietà è un appuntamento tradizionale che quest’anno si colora di urgenza, visto il clima di crisi che fa da sfondo alla festa. Avremmo tutti desiderato poter celebrare questa domenica in un clima diverso, capace di donarci quella speranza e quell’apertura al futuro di cui ognuno sente il bisogno come l’aria che si respira.
La criticità del momento dà ancora più risalto alle parole del Cardinale, pronunciate in occasione del lancio della Fase 2 del Fondo Famiglia-Lavoro: «La crisi che stiamo attraversando non è solo economica e finanziaria. Ogni soluzione tecnica non potrà essere efficace se non riconosce che è in atto una mutazione della società e dell’uomo».
In questa giornata siamo chiamati a creare occasioni per riflettere e far pensare, evitando che nelle nostre comunità possano trovare spazi atteggiamenti davvero poco cristiani di latitanza di fronte a simili problematiche o – all’estremo opposto – di polemica fine a se stessa. Nella Lettera pastorale l’Arcivescovo ci ricorda che « anche la presenza dei cristiani nella società sperimenta la tentazione contro la fede. La tentazione di tollerare il dualismo che separa la fede dalla vita e riduce la fede a un sentimento personale da nascondere per non disturbare nessuno e la vita a una omologazione che si adegua a un artificioso anonimato, è una tentazione contro la fede. La tentazione di restare muti di fronte alle grandi questioni del nostro tempo sull’economia, la politica, la sessualità, il matrimonio e la famiglia, mortificando la luce del Vangelo e della cultura che dal Vangelo nasce accogliendo le provocazioni del presente, è una tentazione contro la fede ».
La Giornata della solidarietà è la giusta occasione per dare spazio a questo compito ineludibile della fede cristiana. Partendo per di più da gesti concreti, come lo può essere il sostegno da dare al Fondo Famiglia-Lavoro. «Mettere in relazione famiglia e lavoro vuol dire mettere in relazione due aspetti fondamentali della vita quotidiana», ha affermato l’Arcivescovo all’Auditorium San Fedele di Milano, presentando il nuovo corso del Fondo. Trovare una soluzione concreta alla situazione di crisi delle famiglie in cui uno dei componenti ha perso il lavoro non vuol dire soltanto rispondere a un’urgenza concreta, che per noi cristiani assume la cifra del dovere. Vuol dire – molto più profondamente – mettere le basi e ridare energia ad una cultura della solidarietà, del bene comune, della fratellanza, dell’impegno a costruire un futuro per i giovani, tutti valori che la crisi economica frutto di un modo errato di pensare il rapporto economia- persona-bene comune ha minato in modo molto forte.
da Avvenire, 09/02/2013