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Speciale

La Settimana sociale di Trieste

Sirio 15 - 21 luglio 2024
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Intervista

«Custodire il disagio giovanile», dalla Brianza una proposta esportabile in altre diocesi

Sabino Illuzzi, responsabile del Coordinamento sociopolitico della Zona V e membro della delegazione ambrosiana alla 50ma Settimana sociale, riferisce dell’interesse con cui a Trieste è stata accolta l’illustrazione del progetto nato a Monza con l’incoraggiamento dell’Arcivescovo e la collaborazione delle istituzioni territoriali

di Annamaria BRACCINI

19 Luglio 2024
Foto Siciliani / Gennari / Sir

«Abbiamo sperimentato un clima estremamente coinvolgente e molto proficuo dal punto di vista delle relazioni e della capacità di elaborare idee e proposte, oltretutto con il prezioso apporto di tanti giovani». Questa l’impressione che Sabino Illuzzi, responsabile del Coordinamento sociopolitico della Zona pastorale V (Monza), ha tratto dalla 50ma Settimana sociale dei cattolici in Italia svoltasi a Trieste, alla quale ha partecipato come uno dei 9 membri della delegazione ambrosiana.

Tra i delegati si è sentita l’urgenza, sottolineata anche dal Papa, di riflettere andando al cuore della democrazia, come peraltro recitava il titolo della Settimana…
Si è avvertito il forte bisogno di lavorare proprio sul “cuore” che è, poi in altri termini, la partecipazione di tutti ai processi democratici. Un “cuore” la cui debolezza è oggi documentata dall’evidente riduzione del coinvolgimento nella vita strettamente politica e nella continua erosione della partecipazione alle consultazioni elettorali.

Questo implica una precisa responsabilità dei cattolici?
È una responsabilità che è stata ribadita costantemente fin dall’inizio dei lavori. È appunto con questo obiettivo che la comunità cristiana vuole dialogare con il mondo esterno, uscendo dai propri contesti tradizionali e costruendo luoghi in cui il confronto sia possibile. Devo dire che l’esperienza che, come ambrosiani, abbiamo rappresentato nell’ambito dei gruppi di lavoro (circle, circoli), ha destato estrema attenzione da parte delle altre diocesi, da quelle lombarde a quelle del sud.

Sabino Illuzzi

Il cardinale Zuppi, nel suo intervento di apertura, ha detto che bisogna lavorare per un Paese più inclusivo e ha aggiunto che i cattolici non stanno chiusi nelle sacristie, anche se magari a qualcuno piacerebbe…
Appunto per questo, prendendo parte ai circles, abbiamo presentato l’esperienza che stiamo vivendo come Zona V per arginare il disagio giovanile. Un progetto che vede alleate istituzioni, scuole, realtà sul territorio e, naturalmente, la rete ecclesiale e del Terzo settore. Infatti, da qualche anno abbiamo ripreso la tradizione degli incontri degli amministratori locali del nostro territorio con l’Arcivescovo, partendo dalle sue sollecitazioni presenti nei diversi Discorsi alla Città. Da parte dei primi cittadini è sempre emersa, con grande preoccupazione, la questione del disagio giovanile, e quindi abbiamo voluto fare un passo in più.

Ossia?
Abbiamo pensato di creare un luogo in cui dialogare, ascoltare e incoraggiare, insieme all’Arcivescovo, questo impegno condiviso trasversalmente nella gestione del bene comune dei nostri territori, specie per quanto attiene all’emergenza educativa dei ragazzi tra i 12 e i 19 anni, coinvolgendo non solo gli amministratori, ma anche le Forze dell’ordine, la Prefettura e la Questura, e costruendo con loro tavoli di lavoro. A tal fine ci siamo avvalsi anche della competenza scientifica dell’Università Cattolica e dell’Istituto Toniolo. Abbiamo chiamato il progetto «Sentinelle educative per custodire il disagio giovanile». Ora siamo alla seconda fase, per cui siamo entrati in campo con azioni definibili come «welfare di comunità», un frutto utile anche a sviluppare una rete integrata dalla forte valenza educativa. Dal nostro circle è emerso proprio questo progetto come proposta finale che vorremmo esportare anche in altre diocesi.