Quando si pensa al lavoro di cura, il più delle volte lo si identifica con una serie di attività materiali, facendo coincidere la cura con l’accudimento. Altre volte prevale il riferimento a una dimensione affettiva, per cui cura significherebbe empatia, compassione e così via. Sembra dunque che «cura» abbia a che fare solo con le mani e il cuore, quando invece implica un evidente lavoro di testa, un pensiero. È proprio questa sintesi di mani, testa, cuore che costituisce il punto di forza della cura e che è essenziale soprattutto quando la si esercita in quanto professione specifica, come nel caso del lavoro domestico, dell’assistenza familiare o infermieristica.
La tavola rotonda promossa da Acli milanesi, Ascolom e Itl Libri, martedì 16 aprile alle 17.30 presso la sede delle Acli (via della Signora 3, Milano), con persone di eccellenza umana e professionale (vedi qui il programma), tratterà di questi temi, facendo anche memoria del compito alto e prestigioso portato avanti da Clementina Barili, prima con Acli a Roma e poi con Ascolom in Lombardia, per dare avvio ai profili socio sanitari e in generale alle professioni del prendersi cura. Durante la tavola rotonda sarà presentato il volume Clementina Barili. Dalla parte delle donne di Mariagrazia Melfi.