Le società del Centro sportivo italiano non partecipano alla Champions League. Ma possono fare molto di più, aprendosi a una dimensione internazionale grazie a «Csi per il Mondo». Sport, solidarietà, mondialità, cooperazione, sviluppo. Ci sono tutti questi ingredienti nel progetto che il Csi Milano ha avviato nel 2011, inviando giovani delle proprie società sportive in diversi Paesi delle periferie del mondo: Haiti, Camerun, Congo, Madagascar, Kenya, Ruanda, Albania, Bosnia, Iraq, Brasile, Cile…
Anche i campioni
«Zaino e pallone»: questo lo slogan con cui circa 350 giovani hanno dedicato tre settimane delle loro vacanze estive per animare le giornate di centinaia e centinaia di bambini in luoghi fortemente disagiati. Queste esperienze di servizio volontario hanno coinvolto anche grandi campioni, come l’olimpionico del kayak Antonio Rossi (in Brasile) e il campione del mondo di pallavolo Andrea Zorzi (ad Haiti). Parallelamente a esse si sono sviluppate le missioni formative, nelle quali tecnici e dirigenti “aprivano” il Csi in quei Paesi, addestrando in loco i loro omologhi per garantire continuità all’iniziativa. Nel 2021 «Csi per il Mondo» ha compiuto dieci anni – durante i quali il progetto si è allargato ad altre società sportive in tutta Italia -, che festeggerà insieme all’Arcivescovo mercoledì 9 marzo, alle 18, nella Sala conferenze della Curia milanese. Ma la serata sarà anche l’occasione per presentare il passo in più compiuto lo scorso anno: la nascita del Club «Società sportive Csi per il Mondo».
Più di un gemellaggio
Di che si tratta? Lo spiega Massimo Achini, presidente del Csi Milano: «A prima vista può sembrare un gemellaggio, ma è qualcosa di più, è un vero e proprio “prendersi cura”. Abbiamo infatti chiesto alle nostre società la disponibilità a farsi carico e ad accompagnare parrocchie e comunità di quei Paesi. Quindi l’esperienza temporanea delle tre settimane di volontariato si amplia fino a diventare un impegno continuativo di un anno, tradotto in diverse attività: spedizione di divise da gioco e creazione di una squadra che veste le insegne della società sportiva italiana; invio di un volontario una volta all’anno; raccolta di fondi nel proprio territorio per venire incontro alle esigenze di quella comunità; disponibilità a ospitare un allenatore di quel Paese per dargli modo di conoscere la nostra realtà organizzativa; manifestare vicinanza concreta attraverso altre iniziative di propria ideazione. E infine adoperarsi a sensibilizzare sul tema la propria comunità parrocchiale, veicolando al suo interno una cultura dell’accoglienza, della prossimità e della mondialità». La risposta è stata sorprendente: «Pensavamo di “reclutare” 4/5 società al massimo, in realtà hanno risposto in trenta – sottolinea Achini -. Entro fine marzo formalizzeranno il loro impegno nei confronti della comunità che hanno scelto».
In missione per conto di…
Saranno proprio i presidenti di queste trenta società a essere ricevuti dall’Arcivescovo il 9 marzo e a fargli omaggio di una bandiera-simbolo del loro impegno nelle periferie del mondo. Con don Mario Antonelli (Vicario episcopale) e don Stefano Guidi (direttore della Fom), ci saranno alcuni volontari e anche big come lo stesso Zorzi e Daniele Cassioli, pluricampione di sci nautico non vedenti. Verranno proiettati video dal Camerun, Haiti, Bangladesh e Repubblica Dominicana, dove «Csi per il Mondo» sta muovendo i primi passi. In chiusura a monsignor Delpini verrà rivolta una proposta originale: «Gli chiederemo di indicarci un Paese o una realtà in cui andare a operare su suo diretto mandato – conclude Achini -. Così andremo in missione “per conto” dell’Arcivescovo».