È una Chiesa fatta totalmente di migranti, quella che vive nella penisola arabica, una regione dove i cristiani – pur attestati nei primi secoli come alcune scoperte archeologiche hanno dettagliato – sono tornati a essere una presenza consistente, soprattutto in seguito all’insediamento per motivi di lavoro di centinaia di migliaia di migranti. Anche lì, sebbene a parti invertite, si sta realizzando quello che già vent’anni fa il cardinale Scola definiva «un meticciato di civiltà e di cultura», e trova espressione la «Chiesa dalle genti» più volte evocata dall’arcivescovo Delpini. È qualcosa che interpella i cristiani d’Europa, che ormai da decenni si misurano con la presenza di consistenti comunità musulmane, e ripropone sfide legate a temi come il pluralismo e la libertà religiosa, il dialogo e la convivenza tra culture, le modalità con cui vivere le dimensioni della fede personale e comunitaria e l’impegno comune per la costruzione della pace, che in molte terre del Medio Oriente è tanto lontana quanto necessaria.
Questi temi animeranno l’incontro con monsignor Paolo Martinelli – già Vescovo ausiliare di Milano, dal 2022 Vicario apostolico dell’Arabia meridionale che comprende gli Emirati Arabi Uniti, l’Oman e lo Yemen – in programma sabato 12 ottobre alle 21 presso il Teatro Leonardo di Milano (via Ampère 1, angolo piazza Leonardo da Vinci). L’iniziativa è promossa da quattro realtà del mondo cattolico – Circolo Feltre, Associazione Charles Péguy, Associazione Famiglia Martin e Club in uscita -, allo scopo di ascoltare la testimonianza di chi vive in quelle terre e di proporre alla città la conoscenza di una realtà a molti ignota (vedi qui la locandina).
Nel corso della serata verrà anche presentata la Abrahamic Family House, nata dopo la visita del Pontefice ad Abu Dhabi e la firma del Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune da parte di papa Francesco e del Grande Imam di al-Azhar, Ahmad al-Tayyib, nel 2019. È una realtà composta da una chiesa cattolica dedicata a San Francesco d’Assisi, una moschea e una sinagoga. Una presenza significativa che invita i fedeli a pregare nei propri luoghi di culto evitando ogni sincretismo, a conoscersi vicendevolmente e a mettere a tema come le diverse religioni, rifiutando ogni violenza in nome di Dio, possano sostenere lo sviluppo di una società accogliente e solidale, in cui costruire insieme la pace e la giustizia, nella promozione del bene comune per la costruzione di un mondo più fraterno e umano.