La prossima sessione del Consiglio presbiterale, fissata per martedì 16 giugno, si presenta come un’assoluta novità, per la quale si è resa necessaria anche una modifica dello statuto. Per la prima volta il Consiglio non si riunisce nella forma tradizionale di presenza, bensì in videoconferenza.
Il tema della sessione è «Condivisione delle esperienze dei presbiteri nel tempo della pandemia alla luce della fede». Saremo chiamati a confrontarci su come abbiamo vissuto la nostra vocazione e la nostra missione sacerdotale nella preghiera, nell’incontro con la Parola di Dio e nelle celebrazioni, nella fraternità presbiterale e nell’azione pastorale, in questo tempo di pandemia da Covid-19 e ci chiederemo quali indicazioni e suggerimenti individuare per una ripresa del cammino ecclesiale e del nostro servizio di presbiteri.
Siamo chiamati a comunicarci l’esperienza di ministero di questo periodo e a mettere a tema ciò che il presbiterio ha vissuto e sta vivendo nella condivisione di scelte assunte o imposte per affrontare il contagio del coronavirus.
A ogni consigliere il compito di raccontare delle esperienze, raccogliendo non solo ciò che personalmente ha sperimentato, ma anche il vissuto del presbiterio con il quale condivide il ministero.
Utile sarà anche guardare al futuro, suggerendo indicazioni per la ripresa del cammino ecclesiale e presbiterale, mettendo in luce qualche attenzione per leggere come pastori ciò che il Signore va indicando oggi alla nostra Chiesa.
La cura che ogni sacerdote ha per la sua comunità non si esaurisce nell’urgenza organizzativa per una rapida ripresa di attività pastorali troppo a lungo interrotte, né nel pensare altre possibili iniziative pastorali, ma nell’aiutarci a comprendere quali sentieri lo Spirito ci va indicando per essere Chiesa che annuncia il Vangelo oggi.
In particolare saremo chiamati a confrontarci su tre ambiti. Innanzitutto la fede. Il tempo «sospeso» del coronavirus ha fatto emergere la questione radicale del legame di fede con il Signore Gesù. L’improvvisa interruzione delle attività ordinarie ha prodotto in molti una ricerca nuova di ciò che dà consistenza alla vita di un prete. In secondo luogo, l’annuncio e la missione, sostanza del nostro essere preti, si sono espresse in tante modalità di vicinanza ai fedeli, anche in forme inedite, in collaborazione e con il coinvolgimento dei laici attraverso la preghiera d’intercessione e l’ascolto. Infine, come terzo aspetto, la fraternità ha favorito in questo periodo una rilettura delle relazioni fra presbiteri e tra preti, consacrati/e e laici/che. L’esperienza di solitudine ha aiutato alcuni preti a rivedere le relazioni con gli altri confratelli a partire da gesti semplici e concreti.
Scrive l’Arcivescovo nella sua lettera al clero per la Pasqua 2020: «Invito anche voi ad avere stima gli uni degli altri, ad apprezzare quanto di buono fanno i confratelli, ad incoraggiarvi a vicenda nel recepire le indicazioni dei vescovi e delle autorità competenti. Quello che ispira ogni confratello è il desiderio di raggiungere la sua gente… Ecco: viviamo nella carità. La nostra comunione, la sincera fraternità, la collaborazione cordiale, l’essere uniti in un solo spirito sono i segni più necessari per sostenere la fede della gente».
L’Arcivescovo ha stabilito che, considerato il cammino in atto per la revisione dei Consigli pastorali decanali, il mandato in essere dell’attuale XI Consiglio presbiterale (8 settembre 2015 – 7 settembre 2020) venga prorogato al prossimo anno pastorale 2020-2021, così che si possa provvedere all’elezione del nuovo Consiglio presbiterale nella primavera del 2021.