«Dare voce e traduzione concreta a tante aspettative, magari anche a incertezze e paure. Il passaggio dall’intuizione a un testo è necessario per evitare di restare nel vago e accontentarsi di buoni propositi. Si tratta di arrivare a una formalizzazione e, per questo, ha lavorato la Commissione di Coordinamento».
Dice, così, l’Arcivescovo, dopo la preghiera introduttiva presso il Centro Pastorale di Via Sant’Antonio, intervenendo alla Seduta plenaria dei Delegati del Sinodo Minore “Chiesa dalle Genti” .
È il momento nel quale, in un giorno di serrate votazioni, prima di recarsi in processione in Duomo per la Celebrazione eucaristica, i membri aventi diritto, esprimono la loro valutazione al documento. Testo presentato, in via provvisoria, il 22 settembre scorso (dopo l’avvio della III fase dell’Assise, iniziata l’8 settembre) e sul quale i Delegati hanno potuto inviare i loro emendamenti. 105 le mail pervenute come pure qualche telefonata. Il risultato sono 116 proposizioni contenute 16 pagine di “Linee diocesane per la Pastorale” che tengono conto degli intendimenti dell’Arcivescovo, indicati nella convocazione e all’inizio solenne del Sinodo, celebrato nella Basilica di Sant’Ambrogio il 14 gennaio scorso; del lavoro realizzato sulle “Tracce” di riflessione, diffuse per specifiche categorie, anche in diverse lingue e delle due Assemblee plenarie precedenti. Testo consegnato in Cattedrale durante il Pontificale di San Carlo Borromeo da lui presieduto, a monsignor Delpini che, con sue osservazioni e decisioni, promulgherà, poi, «l’autorevolezza di un testo sinodale definitivo» a integrazione del capitolo 14esimo del 47° Sinodo, vecchio di più di 20 anni e ormai superato dai mutamenti in atto.
«Noi siamo come un’assemblea legislativa che produce qualcosa che rimane nel tempo e che chiede che le indicazioni vengano recepite e applicate», aggiunge l’Arcivescovo. «Ma questo passaggio, necessario, lo facciamo con l’invocazione allo Spirito perché non venga meno il fuoco, la passione, il desiderio che la Chiesa risplenda in mezzo agli uomini. Occorre arrivare a una formulazione il più possibile precisa, ma bisogna anche avere la custodia dell’ardore a livello personale e per le nostre comunità. Da qui possa partire un cammino per il quale il documento sia come una lampada che guida i passi, non qualcosa che è nella storia o da mettere in un archivio».
Il riferimento è al Vangelo di Giovanni al capitolo 12. «Propiziare l’attrattiva di Gesù è compito della Chiesa cattolica dove tutti trovano la loro dimora. Il compito di oggi è tradurre la consapevolezza del mistero di Cristo in indicazioni pastorali e orientamenti operativi»..
Con 226 aventi diritto al voto di cui 152 presenti nell’Assemblea plenaria e una media di 145 votanti effettivi, il documento è stato approvato, con percentuali di “placet” comprese tra il 85-95% per la maggior parte dei punti presi in esame. Gli emendamenti hanno portato la Commissione di Coordinamento, per alcuni di questi, a semplificazioni nella formulazione del linguaggio e a smussare l’identificazione tra Milano e la Diocesi. Interessante la riscrittura, pressoché completa, di alcune proposizioni riguardanti la Pastorale d’insieme. Tre, come ha sottolineato il presidente della Commissione e vicario episcopale monsignor Luca Bressan, i cardini sui quali verificare la positività del documento: «La sua bontà rispetto a quanto prospettato dall’Arcivescovo il giorno dell’avvio; la fedeltà al processo di discernimento prodottosi con l’ascolto emerso dalle “tracce” e nelle assemblee; la sua fruttuosità per essere sempre più Chiesa dalle genti».