«Da noi, durante le Messe, oltre alla litania dei Santi, siamo soliti ricordare anche quella degli antenati»: Raymond Bahati, 36enne congolese in Italia da 16 anni (dove lavora al Coe di Barzio), sottolinea così la principale differenza rituale che caratterizza le celebrazioni natalizie nel suo Paese d’origine. La festa in Congo viene vissuta come un evento sociale che coinvolge tutta la comunità: «Ogni parrocchia da noi è divisa in comunità di base, dove ci si ritrova ogni martedì per dare continuità all’omelia domenicale – spiega -. A Natale da queste comunità parte una processione lunga due o tre chilometri fino alla chiesa, nella quale si portano doni a Gesù Bambino. Una processione analoga ha luogo anche a Pasqua». Il presepe è realizzato in ebano scuro e allestito con palme originali: «La tradizione dell’albero si è diffusa anche da noi, ma sinceramente stona un po’: in Congo non fa freddo e non c’è la neve…», conclude sorridendo.
(da «Il Segno», dicembre 2018)