Un Giubileo diocesano a cui hanno aderito circa 20 Confraternite presenti sul territorio della Chiesa ambrosiana per un totale previsto di circa 200-250 partecipanti. «Dopo questi anni di fatica, sono un buon numero», spiega monsignor Claudio Carboni, delegato arcivescovile per le Confraternite e responsabile della Comunità pastorale Santo Crocifisso di Meda, sottolineando «il momento di grazia», rappresentato dall’evento giubilare promosso dall’Associazione Confraternite della Diocesi “Santissimo Sacramento”, in programma sabato 8 febbraio dalle 9.30 alle 15 ad Abbiategrasso (vedi qui la locandina).
Come si svolgerà questo Giubileo diocesano?
Come segno particolare, ci ritroveremo appunto ad Abbiategrasso, presso la chiesa di San Bernardino da cui, dopo un momento di preghiera e di riflessione, ci dirigeremo verso la Basilica giubilare di Santa Maria Nuova, di cui attraverseremo la porta. Alle 11 presiederò la celebrazione eucaristica che precederà un appuntamento culturale e uno culturale. Con noi ambrosiani vi saranno anche alcuni rappresentanti delle Confraternite di Bergamo e di Brescia.
È stato predisposto qualche gesto particolare che segnerà il cammino?
Ci siamo ispirati a quanto prevede il Giubileo che le Confraternite di tutto il mondo vivranno dal 16 al 18 maggio prossimi, pensando anche a coloro che – magari avanti con gli anni – saranno con noi ad Abbiategrasso, ma difficilmente potranno raggiungere Roma e Città del Vaticano. Prima della Messa proporremo una preghiera mariana corale e poi ci recheremo al battistero della Basilica per la professione di fede, il rinnovo delle promesse e l’aspersione dei pellegrini con l’acqua battesimale.
Qual è la realtà oggi delle Confraternite nella nostra Diocesi?
Quelle che aderiscono pienamente all’Associazione, come ente di coordinamento, sono 30-35, sulle 70 esistenti in terra ambrosiana. Comunque tutte sono portatrici dei valori peculiari del territorio e delle parrocchie a cui sono legate. Mi piace sempre ricordare quanto papa Francesco ci ha detto il 16 gennaio 2023, incontrando i rappresentanti della Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia: «Il vostro “fermento”, il vostro lievito è ben presente nel tessuto ecclesiale e sociale italiano e deve essere mantenuto vivo, perché possa far fermentare tutta la pasta. Nel contesto della nuova evangelizzazione, la pietà popolare costituisce infatti una potente forza di annuncio, che ha molto da dare agli uomini e alle donne del nostro tempo».
Questa è la vostra missione?
Per la popolarità di cui godono le Confraternite, la missione specifica e importante è quella di tenere vivo il rapporto tra fede e le culture dei popoli di cui sono espressione. E questo attraverso l’esercizio privilegiato della pietà popolare e della carità. Per esempio l’anno scorso abbiamo aiutato la Casa della Carità di Seregno e la Casa don Guanella di Ispra, che sostiene i carcerati. Nel 2025, invece, saremo presenti a Saronno nella struttura della Casa di Marta, anche in questo caso con un’iniziativa caritativa.