«Desidero ringraziarvi per la vostra testimonianza di devozione al SS Sacramento e di servizio alla comunità. L’appartenenza alla confraternita è stata molto sentita e diffusa nei secoli passati ed è stata una espressione della fede nella preghiera per accompagnare i confratelli nel passaggio all’altra riva della vita, sviluppando un senso di solidarietà spirituale, spesso tradotta in opere di carità»: così scrive l’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, in una lettera indirizzata ai «cari Confratelli e Consorelle del SS Sacramento», nel XXV dell’Associazione delle Confraternite, «eretta dal cardinale Carlo Maria Martini», come ricorda lo stesso Arcivescovo, il 14 giugno 1998. L’anniversario sarà celebrato nella giornata in programma domenica 18 giugno a Meda.
Il programma
Il ritrovo delle Confraternite è previsto alle 9.45 presso il cortile della Scuola parrocchiale San Giuseppe (piazza della Chiesa/via Verdi). Alle 10.45 partirà la Processione che porterà nella chiesa di Santa Maria Nascente, dove alle 11 monsignor Michele Pennisi (Arcivescovo emerito di Monreale e Assistente ecclesiastico della Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia) presiederà la Santa Messa Solenne. Dopo il pranzo presso l’Oratorio del Santo Crocifisso (via G. Cantore 2), alle 15.15 Vespri presso il Santuario del Santo Crocifisso (piazza Vittorio Veneto). A seguire, cammino processionale verso la chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente per la Benedizione eucaristica.
«L’appartenenza alla Confraternita in questo nostro tempo si è ridotta nel numero e nella diffusione, ma non può perdere il suo significato fondamentale di segno di fede, di devozione riconoscibile e di solidarietà nella preghiera per i vivi e per i morti – scrive ancora l’Arcivescovo -. Voi siete testimoni dell’intenzione di Dio di dare vita eterna a coloro che credono in Gesù, secondo l’annuncio del Vangelo: Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna». E, ancora, un incoraggiamento a tutti «a essere un segno riconoscibile della devozione, non per un impegno a esibire la partecipazione al culto eucaristico delle comunità, ma per una intima amicizia con Gesù, che diventa amicizia affettuosa, adorazione convinta, comunione sacramentale frequente, per crescere in sapienza, carità e pace». In conclusione, l’invito a «pregare per la nostra Chiesa, per le vocazioni al ministero ordinato, per la pace in questa terra tribolata» e per lo stesso Arcivescovo «che vi stima e vi incoraggia».