«In un’epoca priva di parole forti, quelle di don Virginio Colmegna colpiscono, tagliano, affettano, indignano, amplificano le voci silenziate dei poveri, autorizzano a pensare che cosa sarebbe Milano senza quel battaglione della carità che negli anni ha scavato una trincea contro gli egoismi e gli opportunismi, senza quei profetici visionari con il vizio di andare controcorrente per far fare un passo avanti a chi è rimasto indietro». Così Giangiacomo Schiavi, già vicedirettore del Corriere della Sera, scrive nella prefazione del volume fresco di stampa Don Colmegna: al centro dei margini. La vita di un sacerdote che ha declinato la vocazione religiosa in un costante impegno civile e sociale a favore degli ultimi, edito da Libro Senzatetto per la collana «Storie positive» (192 pagine, 13 euro). L’autore, Andrea Donegà, racconta la vita di don Virginio Colmegna, sacerdote ambrosiano che ha messo i poveri al centro del suo impegno. Un prete attento ai segni dei tempi, ai bisogni che emergono nella società milanese e ai quali ha cercato di dare risposte concrete, innovative, ma anche ricche di spiritualità.
Protagonista di molte stagioni
È una storia individuale che diventa una storia collettiva. Don Colmegna è infatti un protagonista di stagioni a volte turbolente del Paese e di Milano come gli anni Settante, ma anche cariche di speranze, con una visione profetica nella Chiesa e nella società: le migrazioni dal Sud, le scuole popolari alla Bovisa e le 150 ore, le lotte per la casa e per una scuola democratica e partecipata, i movimenti studentesco (con la nascita di nuove esperienze di partecipazione di ispirazione cristiana come il Gruppo Confronto) e operaio (è stato assistente del Movimento lavoratori di Azione cattolica), la politica e il sindacato, il referendum sul divorzio ei preti operai, l’episcopato del cardinale Martini (al quale è stato molto legato) e le cooperative realizzate a Sesto San Giovanni, il terrorismo e la riconciliazione, Scarp de’ tenis, i 20 anni di presidenza della Casa della carità e l’ultimo nato Son – Speranza oltre noi, al quale verranno devoluti interamente i diritti d’autore del libro.
Donegà ha raccolto i racconti di decisioni, di testimonianze, amici, collaboratori di don Virginio, componendo un puzzle complesso, dalle tante sfaccettature. Si tratta di molti di coloro che lo hanno accompagnato per un pezzo di strada, persone semplici, giovani incontrati ai tempi dell’oratorio, sindacalisti, professori e intellettuali che hanno voluto condividere ricordi, sentimenti, pensieri e impegno, «orgogliosi di aver preso parte a una storia collettiva fatta di intelligenze che si incontrano e riconoscono su un sentiero lastricato di comuni valori».
Il villaggio di Son
Dopo aver lasciato la Casa della carità, oggi don Colmegna è presidente di Son, con cui ha realizzato un villaggio solidale ricavando, dalla ristrutturazione di una vecchia cascina, una foresteria per l’ospitalità e tre nuclei abitativi da destinare a famiglie, ciascuno con un appartamento attiguo e indipendente per ospitare il figlio fragile e accompagnarlo in un percorso di autonomia nel contesto di relazioni nel quartiere. Un ambiente che possa sopravvivere ai genitori, rassicurati nel sapere che i loro figli non finiranno, un domani, in istituto, ma saranno una responsabilità collettiva.
«Il cattolicesimo ha qualcosa da dire oggi ai molti distratti, agli indifferenti e ai delusi – scrive Elena Granata, docente di urbanistica al Politecnico, nella postfazione -, ma anche ai molti credenti intorpiditi, quando sa proporre una pastorale della convivenza e dell’abitare insieme. Ecco perché le case di don Virginio ci raccontano di continui tentativi di trovare soluzioni, non solo ai nostri bisogni materiali, pure pressanti e urgenti, ma ai nostri desideri più profondi e dimenticati».