“Città dell’uomo”, associazione fondata da Giuseppe Lazzati, nel 30° anniversario della sua costituzione promuove sabato 12 dicembre (ore 9.30-17.30), presso il Centro San Fedele di Milano, il convegno “Cattolici italiani nella e per la città dell’uomo” (in allegato il programma).
L’incontro intende riflettere sugli ultimi trent’anni della nostra storia (1985-2015), dentro i quali si delineano traiettorie di sviluppo che, a livello politico-civile, identifichiamo col passaggio dalla crisi della Repubblica a quella della globalizzazione, e, sul piano ecclesiale, dal Convegno di Loreto a papa Francesco. Trent’anni attraversati da “Città dell’uomo” col desiderio di discernere e volontà propositiva.
Era il 4 ottobre 1985 quando Lazzati, con altri amici, firmava a Milano l’atto costitutivo dell’associazione. Da tempo egli coltivava l’idea di una tale iniziativa, consapevole com’era dell’urgente necessità di un “servizio culturale” per aiutare i cattolici a “pensare politicamente”. Ma non poté darvi esecuzione fino alla conclusione del suo mandato di rettore dell’Università Cattolica. Il progetto aveva un ideale collegamento con “Civitas humana”, l’associazione di cultura politica promossa nel 1947 con gli amici del gruppo dossettiano. Allora gli italiani in genere, e dunque anche i cattolici, necessitavano di vera e propria alfabetizzazione democratica. Nel 1985, in una fase in cui erano sempre più evidenti le crisi del rapporto fra Chiesa-società-politica e della Democrazia cristiana, il partito che per lunghi anni aveva raccolto il consenso della stragrande maggioranza dei cattolici, l’esigenza di “attrezzarsi” per affrontare la fase di cambiamento avvistato si presentava con inedita urgenza.
Lazzati, scomparso il 19 maggio 1986, fece in tempo a vedere muovere solo i primi passi dell’associazione. Nella scia della sua eredità intellettuale e dell’esemplare testimonianza laicale, “Città dell’uomo” ha percorso il trentennio, proponendosi con un assiduo esercizio di discernimento intorno ai nodi socio-culturali e politico-istituzionali via via presentatisi sulla scena. Costante è stata l’attenzione ai temi della riforma costituzionale, della qualità della democrazia, della “forma” partito, della “nuova” cittadinanza, in un contesto sempre più ingarbugliatosi dopo gli eventi del 1989, col disfacimento – a livello italiano – delle tradizionali compagini partitiche, la progressiva estensione di una società globalizzata e multietnica, la predominanza su scala mondiale del liberismo economico-finanziario fino ai recenti fenomeni del terrorismo di più o meno diretta matrice jihadista. Né è mancato uno specifico impegno per la formazione socio-politica dei giovani, nella persuasione che proprio le nuove generazioni, ricche di grandi potenzialità, ma non di rado preda anche di grave disorientamento, abbiano bisogno di essere sostenute e incoraggiate ad aprirsi con disponibilità ai problemi della vita civile.
Il convegno di sabato vuole essere occasione di verifica del cammino percorso, ma anche di “rilancio” prospettico, guardando alle “sfide” politiche in gioco, sempre nella fedeltà ai valori costituzionali e conciliari assunti dall’associazione.