La visita pastorale
Il vescovo visita le Comunità Pastorali, celebra nelle parrocchie, incontra i Consigli pastorali, saluta le persone e i gruppi che riesce a incontrare: è un modo con cui esprime quella sollecitudine per le comunità e le persone e per il loro cammino di fede. Quella sollecitudine che abitualmente è espressa da coloro che il vescovo invita: preti, diaconi, ausiliarie, operatori pastorali.
Il vescovo visita le singole comunità per dire che non esistono solo le singole comunità: tutte le comunità fanno parte della Chiesa, sono chiamate a sentirsi in comunione entro le parrocchie, nella Comunità pastorale, nel decanato nella Diocesi. Nessuna comunità è autosufficiente, nessuna comunità trae vantaggio dal chiudersi in sé, dal porsi come un soggetto che pretende di essere servita. Ogni comunità vive di uno scambio di doni e la Chiesa è un popolo che cammina insieme verso la terra promessa. Il vescovo viene a dire a ogni comunità l’appartenenza alla grande Chiesa di Dio.
Il vescovo visita le comunità per vivere la sua missione, per dire una parola che vorrebbe essere eco di Vangelo.
Quale parola abbiamo da dire oggi a questa comunità, a questa terra?
«Non temere!»
Come l’angelo che annuncia a Giuseppe la sua responsabilità e la sua missione nella storia di Gesù, così la comunità pastorale è presente nel territorio per offrire la sua testimonianza e il suo messaggio a tutti coloro che incontra. Abbiamo cinque parole da dire, per testimoniare come noi possiamo vincere ogni paura e incoraggiare tutti a entrare nella storia di Gesù.
Non temere, ascolta l’angelo
Non ho mai incontrato gli angeli che i pittori dipingono sulle pareti delle chiese, tutti bellini, sbarbati, sospesi per aria, sempre giovani e sani. Né ho mai avuto visioni e sogni di angeli che risolvono i problemi. Ma ho incontrato tanti uomini e donne che sono angeli di Dio: hanno parole buone e sagge, sono presenze affidabili e amiche, quando li ascolti ti accorgi che conoscono le domande che ti inquietano e le tristezze che ti deprimono. Ascolta l’angelo: ti porta un messaggio da parte di Dio. Talora l’angelo è simpatico e amabile, talora anche antipatico, talora è bello come un angelo talora è vecchio, con la barba lunga e si trascura nel vestire; parla bene o anche dice parolacce (che non dovrebbe!). Forse è tua nonna, forse è il tuo prete, la tua amica, il professore di matematica. Non temere: ascolta l’angelo!
Non temere, Dio vuole la tua salvezza
Non restare un bambino spaventato che ha paura di Dio e gli dà il volto dei suoi incubi e gli attribuisce tutto quello che capita, bene e male, vita e morte. Dio vuole solo la gioia dei suoi figli, Dio vuole solo salvare e condividere con te e con tutti la sua gioia.
Dio nessuno lo ha mai visto, il Figlio unigenito ce lo ha rivelato. Perciò non lasciarti confondere da pregiudizi su Dio, dalle confusioni di chi dice: «secondo me…», oppure fa domande sbagliate come «ma perché Dio non fa niente per far guarire il mio amico o per evitare la morte di quelli che amo?».
Ascolta Gesù, per conoscere Dio. Gesù è salvatore: ecco dov’è Dio! ecco che cosa fa Dio!
Non temere, il salvatore è il bambino generato da Maria
Dio opera la salvezza, Dio rende dà la vita, Dio rende partecipi della sua gioia. Ma il suo modo di salvare, l’unico possibile del resto, è l’opera di Gesù. Non è una magia che risolve i problemi, non è un colpo di bacchetta magica che trasforma le cose difficili in cose facili, le vicende dolorose in situazioni divertenti. Gesù salva. Il suo modo di salvare è quello narrato dai Vangeli: chiama a seguirlo, comanda di amare come ha amato lui, accompagna ogni viaggio, anche quello triste e scoraggiato, si offre come pane di vita, affronta il dolore e la morte in un modo tale che introduce alla vita e rende possibile a chi muore come lui la gloria della risurrezione.
Non temere, hai una missione
Se pensi di essere inutile, se hai l’impressione di non essere interessante per nessuno, se pensi di non valere niente, se pensi di essere al mondo per caso, se pensi di essere al mondo per morire e finire nel nulla, pensi sbagliato.
L’angelo annuncia a Giuseppe: tu lo chiamerai Gesù.
L’angelo ti porta un messaggio di Dio per rivelarti che la tua vita è vocazione ad essere figlio di Dio, a vivere la vita di Gesù. Così come sei fatto, vai bene per essere felice! Così come sei fatto per amare, per servire, per irradiare gioia e speranza.
Non temere, non sarai mai solo
Se invece di piangerti addosso, ti guardi intorno, ti accorgerai di non essere mai solo se accogli l’invito di Gesù a seguirlo. Gesù infatti non abbandona nessuno e rende ciascuno pietra viva della sua Chiesa. Se invece di pretendere che gli altri siano al tuo servizio, ti metti a servire, riconoscerai una fraternità che semina nel mondo speranze di futuro. Se invece di metterti al centro e pensare che il mondo sia costruito intorno a te, guardi negli occhi chi ti sta vicino e ti domandi: che cosa posso fare per renderti contento/contenta, sperimenterai quanto sia bello vivere in comunità. Se invece di giudicare la Chiesa, invece di lamentarti dei difetti della gente di Chiesa, ti impegnerai per renderla migliore, sarai stupito di come sia lieta la comunione dei santi.
Dunque impariamo cinque parole per vincere ogni paura: annunciazione, rivelazione, vangelo, vocazione, Chiesa.