Martedì 16 luglio, prima tappa del viaggio missionario dell’Arcivescovo e della delegazione ambrosiana in Perù, dal “palazzo” della Nunziatura verso l’estrema perifería est di Lima. Si sale fino alla Comunitá Urbana Autogestionaria de Huaycán, che proprio ieri ha compiuto 40 anni. Huaycán ci accoglie con il suo caldo sole in pieno inverno limeño. Qui vivono circa 200 mila persone, 80% migranti dalla sierra – le Ande-, a cui ultimamente si sono aggiunti altri migranti: un buon numero di venezuelani. Una unica parrocchia.
Monaci nel mondo
Fiorenza, Gilberto e Daniele formano la Comunità Santo Spirito, una piccola fraternità, e a Hauycán vivono e lavorano da quasi vent’anni. Sono fidei donum ambrosiani, laici consacrati, il loro è uno stile di vita da monaci nel mondo. Innanzitutto vecinos, vicini, inseriti nella vita del barrio, e poi ovviamente impegnati nel lavoro pastorale parrocchiale e diocesano: formazione dei laici, della comunità cristiana, pastorale sociale e di diritti umani, gruppi di bambini lavoratori, donne delle mense popolari.
In preghiera per una bambina
All’arrivo dell’Arcivescovo alla casa, i saluti, un buon caffé e via. Si sale sempre piú su, come le lettere dell’alfabeto: zona F, G, K. Una sosta per visitare la prima olla común (letteralmente «pentola comunitaria»), Luz de esperanza. Poi zona K, J, ci si inerpica per scale e viette sempre piú ripide e strette, fino alla seconda, Siervos de Dios. Le ollas sono sorte durante la pandemia per far fronte alle necessità di alimentazione, mentre tutto era chiuso: negozi, costruzioni, botteghe, fabbriche, mercati, e non si poteva lavorare. È emozionante ascoltare la signora Roxana che racconta la loro storia di lotta quotidiana, anche con le autorità del governo locale, per ottenere gli alimenti (pochi), che secondo legge spettano loro. La forza delle donne organizzate permette di far giungere alle famiglie un menù quotidiano a un prezzo alla portata del povero borsellino.
Mentre scendiamo, ecco un imprevisto. Alla olla común Yesenia Sanchez (nome di una vicina morta durante la pandemia) un movimento strano: le vicine hanno prestato il locale per la camera ardente di una bambina di 9 anni, morta in un incidente stradale. L’Arcivescovo guida un momento di preghiera. Consoliamo la giovane coppia, papá e mamma di altri tre figli.
Di ritorno passiamo per il cimitero “improvvisato”, chiuso dall’autorità sanitaria, ma ancora “aperto” per i piú poveri che non hanno dove seppellire i loro cari defunti. Nella piccola, semplice cappella della comunità, un momento di preghiera insieme e poi a tavola: buone cose, buon vinello e una bella chiacchierata.
Scendiamo camminando verso la parrocchia dove padre Carlos ci racconta della vita della comunità e ci accompagna a visitare la chiesa (che è anche cattedrale della diocesi di Chosica), il Policlínico parrocchiale (pieno di pazienti) e la Plaza Central di Huaycán: l’unico spazio verde per le famiglie.
L’incontro con il Vescovo
Non c’è piu tempo: il vescovo Jorge ci aspetta a casa sua. Anche con lui una bella chiacchierata in semplicitá. Ci racconta la storia di questa diocesi giovane (27 anni), con quasi tre milioni di abitanti, scorporata dall’arcidiocesi di Lima, organizzata dal primo vescovo, monsignor Norberto, fino all’inizio di quest’anno. Monsignor Jorge, secondo vescovo, in carica da 5 mesi, condivide le sfide importanti che questa giovane Chiesa deve affrontare accompagnando un popolo povero, ma intraprendente e solidale, tra aumento della violenza e mancanza di lavoro.
Come presidente della Commissione episcopale di Azione sociale della Conferenza episcopale peruviana, ci dice del contesto di profonda crisi politica, del Governo e del Parlamento corrotti, dell’assalto alle istituzioni democratiche al servizio di interessi privati, e di come la Chiesa peruviana si sente chiamata a svolgere un ruolo profetico segnalando un cammino di unità intorno alla ricerca del bien comùn.
Poi un buon caffé, una fettina di torta, uno scambio di regali tra i due Vescovi, una foto ricordo, abbracci e si torna al freddo di Lima., dove il Nunzio aspetta la delegazione milanese.