La lunga vita di Chiara Vaina (scomparsa a 90 anni il 7 febbraio, i funerali il 9 febbraio alle 9 nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, ndr) ebbe origine nel Bellunese, ma maturò lontana dalla sua casa e fu ricca di impegno e di incontri straordinari.
Negli anni Sessanta, a Firenze, conobbe Elvira Bernareggi, che diverrà sua compagna di vita, ed entrò a far parte della Comunità dei figli di Dio fondata da don Divo Barsotti. Da quel momento in poi Chiara è sempre rimasta fedele all’ideale di un monachesimo cristiano vissuto nel mondo.
In quegli stessi anni Sessanta incontrò il carisma di Maria Vingiani, frequentando le prime Sessioni estive del Segretariato Attività Ecumeniche (Sae) alla Mendola. Proprio lì nascerà l’idea di un gruppo milanese del Sae, tuttora attivo, che coinvolgerà ben presto le Chiese evangeliche locali e, successivamente, anche la Chiesa ortodossa romena.
Alla fine degli anni Sessanta Elvira tornò a Milano come studentessa lavoratrice e Chiara la seguì, trovando impiego come segretaria presso un commerciante in diamanti. Intanto il neonato gruppo ecumenico del Sae trovò ospitalità presso le suore del Cenacolo.
Quando Elvira terminò la sua carriera lavorativa presso l’Ufficio Scuola della chiesa ambrosiana, le venne chiesto di cominciare a occuparsi di dialogo interconfessionale e interreligioso. Chiara continuò a collaborare con lei e, raggiunta l’età della pensione, entrò in Curia arcivescovile come volontaria per conto del Sae. All’inizio degli anni Novanta fu creato il Servizio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo e Chiara cominciò a prestarvi la sua opera di volontariato a tempo pieno, con passione e dedizione.
Il suo lavoro silenzioso fu assai prezioso anche per la nascita del Consiglio delle Chiese cristiane di Milano alla fine degli anni Novanta. Ai lavori di questo profetico organismo Chiara partecipò anche come rappresentante della Chiesa cattolica. Nel 2019, infine, entrò a far parte della Commissione diocesana per l’ecumenismo e il dialogo.
L’impegno e la testimonianza di Chiara, quindi, fu vivace all’interno della propria alla realtà ecclesiale, ma andò anche oltre i suoi confini. Per molti decenni fu l’instancabile responsabile della contabilità del Sae nazionale, dal momento in cui spostò la sua sede a Milano.
Inoltre – con Elvira, apprezzata islamista, e Caterina Conio, docente di indologia e sanscrito presso l’Università di Pisa – fondò il Centro interreligioso Henry le Saux, con la doppia sede di Milano e di Santo Stefano al Mare in Liguria. Come rappresentante del Centro le Saux ha partecipato fino all’ultimo ai lavori del Forum delle religioni in Milano.