Ogni anno migliaia di persone raccontano le proprie storie nei Centri d’ascolto Caritas. Tra queste spicca l’esperienza di Cesare, 49 anni, arrivato su indicazione della Caritas diocesana grazie a don Ambrogio Basilico, parroco del Giambellino.
La sua vita è un continuo susseguirsi di crisi di salute, finanziarie e abitative. Otto anni fa viveva a Savona, la città in cui è nato e dove lavorava nel reparto salumeria di un supermercato. Tutto è cambiato dopo un’improvvisa ischemia cerebrale, a cui è seguita la diagnosi della sindrome di Arnold Chiari, una rara malformazione della fossa cranica nella quale risiede il cervelletto. Cesare è così costretto a trasferirsi a Milano per un intervento chirurgico, che lo costringe a un coma farmacologico prolungato per più di due mesi.
Dopo le dimissioni dall’ospedale, si iscrive a un centro per l’impiego, dove trova lavoro dopo più di un anno e mezzo di ricerca: prima in un negozio di animali e poi di nuovo in un supermercato Carrefour in via Farini. Qui è assunto come gastronomo: il suo stipendio è di circa 1000 euro, a fronte di quasi 750 di affitto.
Oggi è invalido all’80% e la sua patologia lo costringerà presto a non poter più lavorare. Alla salute ormai precaria si aggiungono problemi economici. Da Savona riceve una telefonata del legale della società che forniva metano alla vecchia casa: gli reclamano 4.200 euro di spese arretrate che lui non ha e la procedura di verifica del conto corrente in cui erano canalizzate le bollette è lunga, perché non è più cliente della banca di allora.
Cesare non vede o sente la sua famiglia da più di dieci anni. Oltre ad avere necessità di un aiuto finanziario, oggi è in difficoltà nel trovare una nuova abitazione, non essendo in lista per una casa popolare.