La Chiesa cattolica c’era, c’è, ci sarà. Non è solo una affermazione teologica. È l’esperienza diretta di tanti e indiretta di tutti, anche durante questo tempo così singolare. Certo, nel periodo di pandemia lo storico legame col popolo ha sperimentato vicinanze nuove. Sorrette tuttavia da strumenti già rodati. Come i fondi 8xmille e la rete di solidarietà ecclesiale. E ora, a lockdown sciolto, continua a progettare il futuro.
Per tale motivo la campagna 8xmille 2020 si presenta con un messaggio all’indicativo. Per riconoscere, basta il racconto: «C’è un Paese…» che accoglie, sostiene, abbraccia e soprattutto consola. È l’Italia dell’8xmille alla Chiesa cattolica.
Anche nell’emergenza non ha smesso di prendersi cura dei più deboli: dal parroco di provincia, che durante l’epidemia ha sostenuto la propria comunità con la tecnologia in modo nuovo e creativo, alle mense Caritas, che si sono confermate luoghi dove ci si sente accolti e si trovano persone pronte ad aiutare; dai tanti progetti rivolti ai disoccupati, alle case per le donne vittime di violenza; senza trascurare l’ambito sanitario.
In questi mesi – e solo per restare alla causale Coronavirus – la Cei ha stanziato quasi un terzo del totale del proprio 8xmille annuo. Una parte di questi fondi è stata affidata alle diocesi. Anche a Milano sono già arrivati. Non appena si sarà completato l’elenco ambrosiano dei destinatari se ne darà puntuale comunicazione. In generale, le uscite a livello nazionale, ammontano, per ora, a un totale di 237,4 milioni di euro: 10 milioni, contributo straordinario alle diocesi situate in «zona arancione o zona rossa»; 200 milioni Fondi straordinari (di cui 156 ripartiti proporzionalmente tra le 226 diocesi) per sostegno a persone, famiglie, enti ecclesiastici in situazioni di necessità; 10 milioni alle Caritas diocesane; 500 mila euro alla fondazione Banco Alimentare (21 banchi in tutta Italia, con 7.500 strutture caritative accreditate, 1,5 milioni di persone sostenute); 9 milioni ai Paesi del Terzo mondo (per ospedali e scuole); 8,4 milioni alle strutture sanitarie in Italia (a 12 ospedali).
Grazie alle firme dei contribuenti, quindi, ogni anno si realizzano, in Italia e nei Paesi più poveri del mondo, oltre 8.000 progetti che vedono impegnati sacerdoti, suore e tantissimi operatori e volontari che quotidianamente rendono migliore un Paese reale, fatto di belle azioni, di belle notizie. Un Paese che non si è mai fermato, che ha combattuto, che ha costruito e che merita di essere narrato.
La campagna è on air su tv, stampa e radio. Due proposte specifiche attraverseranno i social: «L’amore non si è fermato», composta da brevi filmati girati dagli stessi operatori dei progetti, per spiegare come hanno affrontato questa emergenza; «Sotto la mascherina», che racconta come dietro una protezione rimangano comunque i valori del Vangelo.
In occasione della dichiarazione dei redditi, si rinnova pertanto l’invito a firmare nella casella «Chiesa cattolica». La data di scadenza per la presentazione dei moduli, quest’anno, è posticipata: il termine ultimo per il modello 730 è il 30 settembre; per la presentazione telematica del modello Redditi e della scheda con la scelta, invece, è il 30 novembre. Ci sarà modo quindi di tornare sull’argomento, suggerendo anche buone prassi per la raccolta delle firme.
Il «perché» di una scelta
Il sito www.8xmille.it ha una nuova sezione. Un spazio dove gli oltre 13 milioni di contribuenti – che sostengono più di 8.000 progetti l’anno, con una semplice ma importante firma – possono dire la loro. E condividere il «firmo perché…». All’indirizzo indicato si possono già leggere le prime testimonianze, tra cui una milanese. Se ne aspettano altre.
Maggiori e più complete informazioni su www.chiesadimilano.it/sostegnochiesa