«Invochiamo la benedizione di Dio su questo nostro incontro, sulla mostra che inauguriamo perché sia un messaggio per conoscere la storia, la gloria, la sofferenza, la santità della Chiesa copta e un modo per introdurre a una fraternità più consapevole tra le diverse comunità che il Signore convoca perché siano la sua santa Chiesa. Invoco la benedizione su questo luogo che sarà utilizzato da questa comunità per la preghiera».
È l’auspicio con cui l’Arcivescovo ha inaugurato la bella rassegna a pannelli fotografici realizzata da un gruppo di giovani ortodossi copti con il titolo «La Chiesa copta. Una storia, una presenza», allestita presso il Santuario di Santa Maria Annunciata, che presto sarà ceduto alla Comunità ortodossa per la preghiera.
Accanto all’Arcivescovo, il vescovo per la diocesi di Milano e dell’Italia Settentrionale del Patriarcato di Alessandria, sua eminenza Anba Antonio, monsignor Maurizio Malvestiti, vescovo di Lodi e delegato Cel per l’Ecumenismo e il Dialogo, la quasi totalità della ventina tra sacerdoti e monaci della diocesi copta, il parroco della Comunità pastorale San Paolo VI don Mauro Barlassina, i presbiteri delle altre due Cp del territorio. Presenti anche il responsabile del Servizio per l’Ecumenismo e il Dialogo, il diacono permanente Roberto Pagani, e padre Ionut Radu, parroco romeno a Milano e membro del comitato di presidenza del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano. In prima fila, il sindaco di Paderno Dugnano Ezio Casati con il vicesindaco, autorità militari e civili e, poi, tanta gente di entrambe le comunità, perché, oltre la mostra, si sta da tempo realizzando un cammino di accoglienza dei fedeli della Chiesa copta proprio in Santa Maria Annunciata, che verrà da loro utilizzata per il culto.
La preghiera corale del Padre Nostro e il dono da parte dell’Arcivescovo di una pregiata icona rappresentante Sant’Ambrogio con il rotolo della sua famosa preghiera «Cristo è tutto per noi» diventano, così, l’immagine di quella fraternità per cui l’Arcivescovo dice ancora. «Siamo grati a tutte le Chiese di Oriente che hanno arricchito la nostra Chiesa e in particolare Sant’Ambrogio, padre della Chiesa indivisa».
Parole cui fanno eco anba Antonio – «sono lieto di essere qui con voi a vedere questo lavoro finalmente portato al termine. A nome di tutti i laici e i presbiteri della mia comunità vi dò il benvenuto» – e monsignor Malvestiti che sottolinea: «Quando incontro i miei fratelli cristiani delle Chiese di Oriente si risvegliano i ricordi di quella terra magnifica percorsa dalla Sacra Famiglia. Penso a questa vostra fede che, attraverso i secoli, ha saputo confermarsi e alla testimonianza che, fino al martirio non solo in tempi lontani, ma anche vicini, avete offerto a tutti noi dimostrando che la grazia del Signore vale più della vita. Il nostro papa Francesco ci ha convocato alla riscoperta della sinodalità nella Chiesa, che voi non avete mai dimenticato». Infine, il sindaco Casati: «Vi auguro una permanenza serena nella nostra comunità che, con la grande generosità tipica della ambrosianità, sa accogliere e abbracciare. È un orgoglio che questa mostra sia qui esposta in prima assoluta».
La rassegna, itinerante in un suggestivo allestimento a forma di croce, verrà proposta, nei prossimi mesi, anche in altri spazi di preghiera, raccontando i luoghi e i monasteri, le vicende di ieri e di oggi dei Copti ortodossi egiziani, la loro storia segnata dal martirio nel mondo e dalla pacifica convivenza nelle terre della diocesi di Milano, approfondendo il significato della liturgia, della preghiera, dell’arte e della solidarietà e delineando i profili di figure molto amate come l’attuale papa Tawadros II e anba Kirolos, indimenticato fondatore della Diocesi del nord Italia.