È iniziata nei giorni scorsi per svolgersi fino al 5 marzo la visita pastorale dell’Arcivescovo nel Decanato Cagnola – Quarto Oggiaro – Gallaratese, nella zona nord-ovest di Milano. «Il nostro Decanato è composto da quattro Comunità pastorali e 3 parrocchie, due tenute da religiosi e una da un parroco diocesano – spiega il decano don Andrea Meregalli, parroco di Maria Regina Pacis -. Comprende le zone di Cagnola e Villapizzone (tra via Varesina e corso Sempione), quartieri più cittadini e cresciuti un po’ alla volta anche prima della metà del Novecento, e i quartieri di Quarto Oggiaro e Gallaratese, sorti successivamente, a metà degli anni Cinquanta, con l’espansione e lo sviluppo economico della città. Questi ultimi due sono anche molto popolosi: il primo ha circa 30-40 mila abitanti, il secondo 50 mila. Le nuove costruzioni di Cascina Merlata, una volta ultimate, aggiungeranno al territorio 6-7 mila persone. La popolazione è piuttosto variegata. Molti abitanti sono arrivati qui un po’ da tutta Italia per lavorare o studiare».
La crisi economica si è sentita molto?
Si è sentita. Il territorio di Gallaratese e Quarto Oggiaro è composto soprattutto da case popolari e qui c’è povertà anche a prescindere dalla crisi. In queste zone abitano diversi pensionati. Ultimamente sono aumentate le famiglie che vengono aiutate a causa della pandemia. La situazione è comunque normale per un territorio popolare e non ci sono grosse difficoltà.
Dopo la pandemia la frequenza alle attività pastorali è ripresa regolarmente?
È ripresa, ma non con gli stessi numeri. In parte per la popolazione anziana che non sempre ama uscire e poi perché qualcuno ha fatto più fatica. Sono tornate ad avere un’ampia frequenza le Messe dedicate alle famiglie e la catechesi. In generale un po’ di calo c’è stato.
L’immigrazione straniera è molto presente?
Di immigrati stranieri ce ne sono tanti e di tutte le provenienze. Sono ben spalmati nelle diverse realtà e ben integrati. Sono presenti soprattutto nelle case popolari: anche più del 50%. Se sono cattolici partecipano anche alle attività parrocchiali. Abbiamo alcune comunità significative: una chiesa ortodossa romena nella zona della chiesa di Santa Cecilia, la comunità brasiliana nella chiesa di Maria Regina Pacis, una comunità indiana nella parrocchia Beato Rosmini di via Falk, e il movimento cattolico filippino delle Coppie per Cristo, che raggruppa diverse famiglie. Il doposcuola è frequentato poi anche da ragazzi stranieri non cattolici. Un centro della Cooperativa Farsi Prossimo promuove diverse attività per stranieri: dai corsi di italiano alle attività di integrazione. Nel nostro territorio c’è poi il Consolato ucraino, che all’inizio ha proposto una mobilitazione a favore della popolazione locale e raccolte di generi di prima necessità.
Quali le attese per la visita pastorale e le sfide per il futuro?
Rispetto alla visita, un momento su cui puntiamo molto è l’incontro che ci sarà presso l’Istituto comprensivo Alda Merini e in cui si parlerà del problema educativo, relativo soprattutto agli adolescenti che non partecipano molto al di fuori della catechesi. Tra le sfide più grosse che il nostro Decanato deve affrontare c’è poi la nascita del nuovo polo che occuperà l’ex area Expo. Qui sta nascendo il nuovo quartiere di Cascina Merlata, con nuovi abitanti (soprattutto giovani famiglie), che hanno già iniziato a trasferirsi; entro fine anno si aprirà un enorme centro commerciale, mentre l’area Mind, dove già è sorto il polo Galeazzi-Sant’Ambrogio, ospiterà anche università e centri di ricerca. L’impatto di tutto questo sulla vita dei nostri quartieri sarà notevole. Parallelamente, nelle altre zone del Decanato sta già avvenendo nei caseggiati un ricambio generazionale, con nuove famiglie che vengono ad abitare qui. Sono fenomeni a cui in questo momento dobbiamo prestare molta attenzione.
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