Situata all’interno dello storico ex convitto dell’Istituto Cornelia & Pasquale Pozzi, grazie alla disponibilità della congregazione delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, la Casa della Carità di Seregno non è solo un dormitorio: è uno spazio aperto alla cittadinanza, in cui la povertà viene vissuta non come un’emergenza da risolvere “al riparo da occhi indiscreti”, ma come luogo di incontro, di confronto, di scambio e di riflessione aperta. Da anni la città può contare sulla presenza di numerose associazioni di volontariato sociale che, nella loro peculiarità, raccolgono storie di fragilità e situazioni di vulnerabilità, note anche al settore comunale dei Servizi sociali, con cui sono costantemente in stretto contatto.
La missione
Ramo onlus della parrocchia Basilica di San Giuseppe, la Casa della Carità è un progetto della Comunità pastorale cittadina San Giovanni Paolo II che, dal 2014, vede riunite le sei parrocchie della città per tutte le attività pastorali. All’interno di due palazzine, in via Alfieri 8, la struttura accoglie persone senza fissa dimora che ricevono ospitalità, conforto e ascolto. La Casa vuole essere una porta aperta sulla città, un luogo d’incontro dove sentirsi tutti “comunità” condividendo valori e prospettive. Il bacino di utenza è il decanato di Seregno-Seveso che conta 6 Comuni e 26 parrocchie per oltre 150 mila abitanti.
«Accogliere gli ultimi è la nostra missione – spiega Gabriele Moretto, direttore della Casa della Carità -. L’obiettivo principale della nostra attività consiste nel ridare dignità, fiducia e aiuto a chi, per i più svariati motivi, si trova in una condizione di assoluta precarietà relazionale, sociale, economica, sanitaria. È un lavoro complesso che realizziamo grazie al team di operatori e volontari che si prendono cura dei nostri ospiti. La Casa è concepita come una rete fortemente solidale e, in virtù dello stile e del clima familiare che anima i volontari, può aiutare i soggetti più deboli a non essere i destinatari passivi di un aiuto, ma a diventare protagonisti del loro reinserimento sociale a pieno titolo, fino a poter diventare a loro volta collaboratori della struttura».
I servizi offerti
La destinazione dell’8xmille alla Chiesa cattolica significa per questa realtà mezzi e porte aperte grazie a un contributo, nel 2022, di 45 mila euro. Con una squadra di 40 volontari, il dormitorio è un punto di riferimento per tante persone in difficoltà che qui trovano un letto e un pasto caldo. È un servizio di accoglienza notturna invernale, attivo da novembre ad aprile, che dispone di venti posti letto in dieci camere, oltre a quattro posti per emergenze. Apre dalle 18.30 alle 8.30 del mattino seguente. Agli ospiti vengono offerti: biancheria, indumenti (con lavaggio settimanale a cura del servizio lavanderia della Casa), docce, cena e colazione. L’accoglienza e l’assistenza sono a cura di volontari mentre durante la notte è attivo un servizio di guardiania. Gli ospiti accolti sono circa trenta ogni anno.
Aperto tutti i giorni, il dormitorio è integrato da altri servizi: segreteria di accoglienza, primo approccio con la Casa dove singoli e famiglie vengono indirizzati ai vari servizi, centro di ascolto su appuntamento, punto lavoro, orientamento e riqualificazione delle persone nell’ottica di un inserimento o reinserimento lavorativo, mensa solidale, aperta a mezzogiorno per 365 giorni all’anno, guardaroba che raccoglie indumenti usati di ogni genere donati dai cittadini. E inoltre il servizio spesa solidale con consegna di pacchi viveri e generi di prima necessità che attualmente sostiene oltre 150 famiglie, il servizio docce che accoglie ogni settimana le persone in difficoltà e un centro di aiuto alla vita per mamme in difficoltà prima e dopo il parto. Per promuovere l’inclusione della comunità straniera la Casa ha attivato da tempo una scuola di lingua italiana per stranieri, con corsi bisettimanali oltre a corsi pratici come quello di taglio e cucito, con frequenza settimanale che, in 24 anni, ha accolto complessivamente 7.000 studenti. Di recente è stato attivato anche un corso di orientamento professionale per una ventina di profughi ucraini.
L’impegno dei volontari
Tutte queste attività sono rese possibili da una squadra di oltre 150 volontari, suddivisi in diversi gruppi ciascuno con un proprio referente; il coordinamento è affidato a un comitato esecutivo di otto persone compreso il direttore e il parroco monsignor Bruno Molinari.
«Il progetto della Casa prevedeva la riunificazione in un unico luogo di attività assistenziali e caritative, in atto da molti anni, – conclude il direttore – oltre all’implementazione di nuovi servizi. Siamo lieti che i numeri confermino i nostri obiettivi. Solo nel 2022 abbiamo incontrato più di 3.000 soggetti che hanno usufruito dei servizi della Casa che rappresenta un punto di riferimento anche per molte realtà associative di volontariato della città e che annovera, tra i suoi obiettivi, la formazione permanente del volontariato. Grazie al supporto della nostra squadra vorremmo attivare, a breve, un doposcuola rivolto in particolar modo alle famiglie monoparentali e un centro diurno per la grave emarginazione per assistere le persone in difficoltà».
L’articolata rete di assistenza della Casa, che si sostiene con donazioni, contributi, partecipazioni a bandi, sarà arricchita dal nuovo emporio solidale di prossima apertura, realizzato in collaborazione con Caritas Ambrosiana, che sarà aperto tre giorni alla settimana, con orari differenziati, per avviare alla “spesa consapevole” inizialmente una cinquantina di singoli/famiglie.
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