«Nessun Paese può farcela da solo, altrimenti ognuno si arrangerà come può, chi meglio, chi peggio e sarà come inseguire una valanga. Oggi, di fronte a questioni come quella della povertà, occorre mettersi tutti insieme – Comuni, Stato, Europa -, ognuno per la sua missione specifica. Se non c’è sinergia e consapevolezza che questo è un problema epocale e non un ciclo – per cui adesso c’è miseria, ma domani non ci sarà – non riusciremo a uscirne se non con palliative che, alla lunga, non servono», spiega, a margine dell’incontro per i dieci anni della Casa della Carità, Massimo Cacciari.
Gli fa eco il cardinale Scola: «Concordo profondamente con quello che Cacciari ha detto: non possiamo sottrarci alla questione del cambiamento e del travaglio in atto. Non si possono sempre liquidare i discorsi sulle ragioni iniziali e le cause profonde. A Baggio ho trovato gente provata, ma disponibile ad ascoltare: è chiaro che siamo di fronte a un momento di tensione, ma occorre non lasciarlo degenerare in una rabbia che poi batta solo la strada della violenza. È chiaro che ci sono situazioni diverse anche nelle occupazioni di case e, d’altra parte, il principio di legalità va rispettato. A me pare che la proposta emersa dal Tavolo promosso dalla Prefettura – sgombrare solo in caso di flagranza, naturalmente senza mai usare la violenza – può essere un primo segno di contenimento. Se un anziano viene ricoverato in ospedale e al ritorno, trova la casa occupata, è chiaro che qualcosa bisogna fare, ma la strada è quella che il Governo torni a farsi carico del problema abitativo più generale e che, a livello locale, il Comune debba diventare il soggetto che unifica tutti gli interventi. Almeno ci sia sinergia».