Diversi decenni fa lo scrittore svizzero Max Frisch coniò il famoso aforisma: «Volevamo della braccia, sono arrivate delle persone». Quella frase oggi potrebbe essere aggiornata così: «Volevamo delle braccia, sono arrivate delle famiglie». L’insediamento di famiglie immigrate, generalmente giovani, ha effetti demografici e sociali importanti: i figli nati nei Paesi di origine vengono chiamati a vivere nel Paese che ospita i loro genitori e altri figli nascono nel frattempo nel nuovo contesto sociale.
A questa nuova generazione di italiani è dedicato il XXVI Rapporto Immigrazione di Caritas e Migrantes, che sarà presentato nel corso di un convegno in programma giovedì 22 giugno, dalle 9.30 alle 13, al Salone Monsignor Bicchierai (via San Bernardino 4, Milano).
Due gli argomenti al centro dell’attenzione. Primo: i luoghi dell’integrazione, cioè la scuola e i doposcuola parrocchiali, dove si formano i nuovi italiani. Saranno in particolare presentate due esperienze emblematiche: l’Istituto comprensivo Quintino Di Vona-Tito Speri di Milano e il doposcuola della parrocchia di San Biagio a Monza. Il secondo tema sarà la riforma della legge sulla cittadinanza, argomento di strettissima attualità, visto che in questi giorni il Parlamento torna a discutere dello ius soli: interverranno Maurizio Bove della Cisl Milano e Paula Baudet Vivanco dell’Associazione Nazionale Stampa Interculturale.
Prima degli approfondimenti tematici saranno illustrati i dati statistici sul fenomeno migratorio da Manuela De Marco dell’Ufficio immigrazione di Caritas Italiana e da Meri Salati dell’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse di Caritas Ambrosiana. Trarrà le conclusioni Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana.
In allegato il programma