È rimasta in contatto fino alle ultime ore con monsignor Giovanni Giudici, Antonietta Cargnel, medico, ex primario dell’ospedale Sacco di Milano e per molti anni responsabile in Azione Cattolica. «Era un uomo accogliente, aperto, intelligente, che non guardava agli aspetti esteriori, ma al cuore delle persone», è il suo primo ricordo.
La memoria torna all’inizio degli anni Settanta, quando Giudici, giovane sacerdote, venne nominato assistente dei giovani dell’Ac ambrosiana. Un periodo complicato, ricorda Cargnel, responsabile associativa dei giovani a partire dal 1972. Da una parte, l’Azione cattolica ripartiva dopo la fuoriuscita del gruppo di Gioventù studentesca. Più in generale, in quegli anni appena successivi al ’68, «la Chiesa era ancora vista nella sua forma istituzionale, molto legata ai riti – spiega Cargnel -, mentre i giovani chiedevano di capire come tutti i frangenti sociali potessero essere interpretati alla luce del Vangelo. Monsignor Giudici ci è riuscito», ricorda Cargnel. Erano certamente anni di contestazione, «ma Giudici era sempre accogliente, in ascolto; incontrava tutti, chiedendo ai giovani delle loro aspirazioni».
E il giovane sacerdote sostenne da subito con entusiasmo le nuove iniziative dell’Azione cattolica. Come la Veglia in tradizione Symboli che, in modo del tutto inedito, intendeva riprendere, con i giovani, un momento liturgico importante per la Chiesa ambrosiana. «Era un modo per ribadire al Vescovo la nostra fede – torna indietro nel tempo Cargnel -, ma c’era anche il rischio che la nostra iniziativa si traducesse in un buco nell’acqua. Invece parteciparono 5000 persone, e l’anno successivo, nel ’74, la riprendemmo percorrendo con un corteo silenzioso i luoghi più significativi della città, mentre avevamo affidato ad alcuni cartelloni le nostre riflessioni sui temi che ci stavano a cuore, dal lavoro alla giustizia sociale: esprimevamo così il nostro modo di vivere la fede, spiega Cargnel, ricordando il continuo sostegno di Giudici, sempre pronto a suggerire nuovi stimoli e contenuti. E aperto, ancora una volta, a proposte innovative, «come quando ha accettato di consentire anche a noi giovani, laici, di proporre i temi di riflessione durante le vacanze estive di Azione cattolica. Era un vero educatore – conclude il suo ricordo Cargnel – sempre attento, appunto, al cuore delle persone».