“La gentilezza dell’educare” è il titolo del convegno in programma venerdì 14 gennaio, alle 21, presso il CineTeatro L’Agorà di Carate Brianza, a cui sarà presente anche l’Arcivescovo. L’appuntamento è promosso dal servizio Le Ali del Decanato di Carate Brianza, una realtà che da tre anni accompagna ragazzi e adolescenti, con i loro genitori, attraverso percorsi di counselling psicologico, educativi e formativi.
«Per noi la presenza di monsignor Delpini è segno della provvidenza – spiega Raffaele Crippa, tra i promotori e gli organizzatori del progetto Le Ali -. Mi ha fatto molto riflettere il suo ultimo Discorso di Sant’Ambrogio: in particolare un passaggio sottolineava il suo disagio di fronte a così tanti casi di ragazzi in difficoltà a causa della pandemia e alla fatica di tutta la comunità educante, che non riesce a dare risposte efficaci e adeguate».
Ma in realtà voi fate qualcosa…
Esatto. Abbiamo scritto una lettera al Vescovo, invitandolo a conoscere la nostra piccola realtà che – insieme a tante altre, ne siamo sicuri – opera ogni giorno per il bene dei più piccoli… Poco dopo abbiamo ricevuto la sua risposta e la conferma della sua presenza al nostro abituale convegno.
Ogni anno, nel mese di gennaio, durante la Settimana per l’educazione, svolgete un convegno di restituzione alla Comunità educante locale. Nel 2019 era presente don Antonio Mazzi, nel 2020 don Claudio Burgio e lo scorso anno il professor Alberto Pellai…
Quest’anno il nostro ospite d’onore sarà proprio l’Arcivescovo, a cui chiederemo orizzonti e linee guida. Sono invitati tutti i protagonisti della Comunità educante: genitori, allenatori, docenti, catechisti, operatori socio-educativi, operatori Caritas, professionisti che nella loro giornata si trovano a relazionarsi con ragazzi e adolescenti.
Quali sono i punti salienti che condividerete in occasione del convegno?
Restituiremo dati e numeri, illustrando la fenomenologia del territorio. Abbiamo decisamente incrementato l’utenza. Nel 2020 abbiamo intercettato 38 famiglie, mentre nel 2021 ne abbiamo avute in carico 60. I nostri operatori racconteranno alcuni casi, con l’obiettivo di individuare le tipologie di situazioni, che potrebbero essere a noi molto vicine.
Nel 2022 vi aspettano anche tantissime novità…
Sì, le illustreremo con precisione la sera del 14 gennaio, ma siamo ormai pronti per coinvolgere in maniera attiva altre realtà territoriali che ci hanno contattato per lavorare in rete con noi.
Le 60 famiglie che avete incontrato nel 2021 sono quelle in cui vivono ragazzi e giovani non segnalati ai servizi sociali, perché non ancora in fase patologica, ma che non godono di ottima salute psicologica. È una zona grigia che rischia di espandersi a macchia d’olio. Come porvi rimedio?
Se non se ne occupa la comunità cristiana, questi ragazzi sono completamente abbandonati. Ma con onestà abbiamo riscontrato che alcuni target non erano intercettati neppure dai canali ordinari della Pastorale giovanile. Si tratta di povertà più radicali, oppure di nuove povertà scaturite dalla pandemia. Chi è riuscito a scovarle sono gli operatori dei centri di ascolto Caritas. Abbiamo fatto rete e i nostri operatori hanno fornito loro strumenti di intercettazione per accorgersi di quelle che potevano essere situazioni da segnalare e cominciare a lavorare insieme.
La serata si svolgerà in presenza, secondo le normative vigenti, ma è prevista anche la diretta streaming sul sito www.le-ali.it