Link: https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/carate-brianza-la-risposta-dei-giovani-alla-pandemia-370500.html
Sirio 25 - 30 novembre 2024
Share

Intervista

Carate Brianza, la risposta dei giovani alla pandemia

Il coadiutore don Alessandro Colombo descrive le iniziative di catechesi online, la partecipazione delle famiglie, il desiderio di accostarsi ai sacramenti (come una prima comunione “fuori stagione”) e l’impegno degli educatori sul fronte educativo

di Marta VALAGUSSA

14 Febbraio 2021
Don Alessandro Colombo

Gli oratori del Decanato di Carate Brianza non si sono certo fatti spaventare dalla pandemia. Don Alessandro Colombo, coadiutore di Carate Brianza, ci racconta infatti che anche nei mesi di marzo e aprile 2020 tutti gli oratori si sono molto attrezzati per raggiungere i ragazzi: «Abbiamo inventato nuove modalità di incontro su piattaforma con piccoli e grandi. E i bambini non hanno perso il rapporto con le loro catechiste».

Anche adolescenti e giovani si sono adoperati in questo senso
Certamente, in tutti gli oratori del Decanato.

Come hanno risposto le famiglie a una simile organizzazione?
Molto bene. Gli appuntamenti che regolarmente svolgo con i genitori dimostrano una grande partecipazione. Basti pensare che mediamente ogni annata di catechesi comprende 150-180 famiglie. Anche negli incontri che si sono svolti ultimamente c’erano 120-130 genitori. La collaborazione in particolare delle mamme è stata essenziale anche per organizzare attività di catechesi online.

Perché?
Molte catechiste non sono pratiche degli strumenti tecnologici. E così le mamme si prodigano nell’organizzare gli incontri online, a cui poi partecipa la catechista, senza avere l’obbligo della gestione tecnica dell’incontro. Un bell’esempio di collaborazione e condivisione delle singole capacità di ciascuno.

A Carate Brianza poi si è verificata una celebrazione della prima comunione davvero particolare…
Sì, alcune famiglie che regolarmente partecipano alla messa domenicale ci hanno chiesto se i figli potessero ricevere la prima comunione durante una semplice domenica di giugno, senza necessariamente la celebrazione ufficiale consueta. Quindi, per due domeniche di fila, abbiamo suddiviso i bambini in tre orari diversi e in diverse chiese della città, così che con i propri genitori ricevessero il sacramento al di fuori della consueta celebrazione ufficiale, svolta in settembre.

Un bell’esperimento da replicare magari anche dopo la pandemia. Cosa ne pensa?
Sì, certo. Ci siamo confrontati tra sacerdoti e ci siamo chiesti: «Perché questi bambini dovrebbero aspettare ulteriormente? È un desiderio bello!». E così abbiamo accettato questa bella proposta da parte delle famiglie.

Un altro bilancio molto positivo è stato raggiunto durante lo scorso oratorio estivo…
Sì, durante la scorsa estate tutti i nostri oratori sono riusciti, anche se in modalità ristretta, a mettere in atto l’oratorio estivo, con grande attenzione alle norme sanitarie, ma anche con buoni risultati. A Carate Brianza, in particolare, dobbiamo sottolineare la proficua collaborazione con l’Amministrazione comunale. Siamo stati d’aiuto a tante famiglie nei mesi estivi, così come durante il primo lockdown abbiamo coinvolto i giovani in attività caritative.

Quali?
I collaboratori del Banco alimentare hanno chiesto disponibilità ai giovani dell’oratorio per consegnare pacchi alimentari non solo alle persone indigenti, ma anche a quanti che si trovavano in quarantena. La collaborazione con la Caritas locale e l’ufficio comunale ha fatto sì che molti dei nostri giovani educatori abbiano aderito a questa iniziativa, portando ausilio a chi svolgeva queste attività ordinariamente. Complice anche il fatto che molti di loro erano a casa dall’università o addirittura dal lavoro.

Una risposta positiva dei giovani è segno di un terreno fertile coltivato negli anni…
Certo, in situazioni d’emergenza come quella appena vissuta non ci si improvvisa. Nei nostri territori i giovani che hanno aderito a queste attività sono tutte persone che stavano già vivendo un’esperienza di apertura alla carità, che hanno sicuramente imparato in oratorio. Soprattutto nella fascia giovanile, questa è una disponibilità che viene maturata nel tempo, anche grazie a un percorso di fede che viene accompagnato in oratorio nelle diverse fasi di crescita.