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In Cattedrale

Cantare alla Dedicazione, per sentirsi nella Chiesa

Domenica 20 ottobre 26 corali provenienti dal territorio diocesano sosterranno il canto dell’assemblea durante la Messa, unendosi alla Cappella Musicale del Duomo

di Emilia FLOCCHINI

18 Ottobre 2024

La Messa della Dedicazione della Chiesa Cattedrale è ormai da tempo un’occasione per rafforzare, anche musicalmente, il senso di appartenenza alla Chiesa ambrosiana e universale, di cui il Duomo è immagine. In questa ricorrenza, domenica 20 ottobre le Corali presenti nelle Comunità pastorali e nelle parrocchie si uniranno alla Cappella Musicale del Duomo per cantare le parti previste nella liturgia, sia quelle fisse, sia quelle proprie; queste ultime sono state composte in gran parte da monsignor Luciano Migliavacca e dall’attuale Maestro di Cappella, monsignor Massimo Palombella (leggi qui).

Centonovanta cantori da 26 corali

Sono centonovanta i cantori singoli che hanno risposto all’appello lanciato dal Servizio per la Pastorale liturgica: appartengono a 26 Corali provenienti da gran parte delle Zone pastorali. Il loro compito sarà sostenere e guidare il canto dell’assemblea, ma anche contribuire nel canto polifonico, come indicato nelle partiture. Più precisamente, i coristi hanno concentrato il loro studio sulla polifonia finale del canto processionale Quando avrete passato il Giordano, sull’Amen del Gloria di Luigi Picchi armonizzato da Migliavacca e sull’inno Christe cunctorum nella versione polifonica di Alessandro Scarlatti, che accompagnerà la Presentazione dei Doni.

Veterani e novellini

Tra i veterani di questa iniziativa è Claudia Cinalli, direttrice del coro della parrocchia di San Giovanni Battista a Cisliano: da più di dieci anni partecipa a questo appuntamento, a cui i coristi tengono veramente: «Mi aspetto di vivere una bella esperienza, anche durante le prove, perché cantare insieme fa sempre bene, e poi è cantare per il Signore. Anche il fatto di trovare tante persone della comunità che vanno a cantare in Duomo è sempre un’emozione».

Annamaria Tomasini parla invece a nome del coro di Sant’Antonino Martire a Solbiate Olona: «Siamo felici di questa adesione, ma contemporaneamente un po’ preoccupati, perché il repertorio dei canti è in buona parte non conosciuto. Quindi siamo impegnati in un lavoro di studio che senz’altro ci farà crescere e ci farà apprezzare la possibilità di condividere la celebrazione con formazioni più competenti». Le prove e i sussidi forniti hanno contribuito a risolvere il problema dell’apprendimento di brani poco noti: «Alcuni canti ascoltati in prima battuta erano sembrati di difficile esecuzione: il loro studio ne ha messo in risalto la profondità testuale e musicale», riconosce Tomasini.

Per Stefania Parma, direttrice dei due cori della Comunità pastorale Beato Carlo Gnocchi di Inverigo, è invece la prima partecipazione. «Noi che abitiamo nei paesi siamo abituati a volte a vivere la nostra realtà di Chiesa, di parrocchia, magari anche con molto impegno, con molta devozione, ma un po’ chiusi a quello che è il grande respiro della Chiesa – ammette -. Immergersi in un’occasione di questo genere fa sentire quanto questo afflato verso il Signore non sia solo individuale, o limitato a una parrocchia o a un movimento, ma sia innestato in una più grande esperienza di Chiesa». Soprattutto, aggiunge, «mi apre la mente capire che c’è veramente un gran numero di persone che come me vivono la fede, che siamo seguiti e in un certo senso aiutati da qualcuno anche al di sopra di noi, in questo caso l’Arcivescovo, che cura la nostra presenza e quello che noi facciamo».