Domenica 14 maggio il cardinale Angelo Scola sarà a Busto Arsizio (Varese). Alle 10.30 celebrerà la Messa presso il Santuario di Santa Maria di Piazza (piazza S. Maria) per i 500 anni di costruzione. Ne parla monsignor Severino Pagani, parroco di S. Giovanni Battista e decano di Busto Arsizio.
Qual è l’importanza di questo anniversario per il vostro territorio?
Il Santuario di Santa Maria di Piazza, in centro città, è un riferimento spirituale e civile per tutta la popolazione di Busto. Molte persone infatti vengono spesso qui a pregare per gli ammalati, per sofferenze particolari che si trovano ad affrontare nella vita, per chiedere aiuto al Signore. È un santuario rinascimentale, costruito su una chiesa medievale di prima evangelizzazione. In occasione della visita dell’Arcivescovo, ci sarà una Messa in piazza, tempo permettendo, con tutti i parroci della città. Prima però il Cardinale si fermerà all’inizio della città, dove sarà accolto dalle autorità civili, e benedirà una stele della Madonna dell’Aiuto, che ritorna al suo posto originario dopo la costruzione dei ponti sul Sempione. Nei cinque punti di ingresso a Busto, infatti, ci sono cinque diverse steli della Madonna dell’Aiuto. Secondo tradizione chiunque entrasse in città si fermava alla stele per dire una preghiera.
Come vi siete preparati per questo momento?
Abbiamo realizzato una festa significativa che è durata 15 giorni. Con eventi spirituali molto forti, presieduti da monsignor Franco Agnesi, monsignor Claudio Livetti, monsignor Pier Giacomo Grampa, e anche una celebrazione presieduta da monsignor Franco Buzzi e concelebrata da tutti i parroci della città. Ogni giorno, poi, ognuna delle 13 parrocchie di Busto ha compiuto un pellegrinaggio al Santuario per recitare il Rosario e celebrare insieme una Messa dedicata alla Madonna dell’Aiuto. A turno è stata poi la volta degli oratori, che hanno portato i ragazzi per un incontro di preghiera. I giovani hanno poi organizzato una veglia insieme agli adolescenti, con i responsabili diocesani don Samuele Marelli e don Massimo Pirovano: è stato un momento molto partecipato e sentito da tutta la comunità.
Da un punto di vista culturale, invece, cosa è stato proposto?
Abbiamo avuto diverse iniziative. Innanzitutto si sono svolti dieci concerti di musica sacra, con canti medievali dedicati alla Madonna, tra cui per esempio quello intitolato “Maria nel mistero di Cristo”, del coro Laus Deo diretto dal maestro Gabriele Mara. Sono state coinvolte poi anche le scuole medie superiori, in particolare il liceo artistico Candiani, che, con la partecipazione di ragazzi e insegnanti dell’ultimo anno, ha organizzato visite guidate per i ragazzi delle elementari e delle medie nel Santuario. Ci sono state poi tre mostr: una architettonica, curata dall’architetto Augusto Spada, una storica, con il professor Franco Bertolli, direttore della Biblioteca Capitolare, e una pittorica di reinterpretazione di quadri inediti, a cura del Centro Artecultura di Busto. L’Istituto cinematografico Antonioni, inoltre, ha poi preparato anche un film sulla storia del Santuario, che abbiamo proiettato in continuazione nella chiesa di S. Antonio, così, nel corso di queste settimane, la gente poteva andare a vedere, quando voleva, il racconto della storia del Santuario, la spiegazione architettonica e il commento agli affreschi. Nella stessa chiesa infine è stata realizzata anche una mostra curata dai ragazzi del liceo artistico».