È giunta mercoledì 2 agosto, all’aeroporto di Banjul, capitale del Gambia (piccolo stato dell’Africa occidentale, circondato dal Senegal e affacciato sull’Oceano Atlantico), la salma di Bubacarr Darboe, il 18enne annegato mercoledì 19 luglio nelle acque del lago, a Lecco. I funerali del giovane si sono svolti nella stessa giornata; insieme alla famiglia e a numerosi amici e conoscenti, c’era anche Francis Mendy, direttore della Caritas nazionale del Gambia (leggi qui).
Caritas Ambrosiana e le parrocchie del Decanato di Lecco erano state direttamente coinvolte e particolarmente colpite dalla disgrazia accaduta al giovane africano, deceduto a soli quattro giorni dal suo sbarco in Italia, a Lampedusa, al termine di un viaggio che era durato due mesi e che l’aveva visto attraversare con mezzi di fortuna il deserto del Sahara e il Mar Mediterraneo dalla Tunisia.
In attesa dell’inserimento in un centro di accoglienza governativo, Bubacarr, insieme ad altri quattro giovani migranti gambiani, era ospite per pochi giorni alla Casa della Carità di Lecco, e così Caritas e parrocchie avevano lanciato un appello a fedeli e cittadini, subito dopo la tragedia, al fine di raccogliere fondi per il rimpatrio del feretro del giovane. La risposta è stata generosa: tra donazioni online e bancarie e offerte ricevute dalle parrocchie lecchesi in occasione delle messe di domenica 23 luglio, sono stati raccolti 18.200 euro, largamente sufficienti a finanziare il volo di rientro della salma (accompagnata da un esponente della comunità gambiana a Lecco) e la sua restituzione alla famiglia.
Con gli oltre 10 mila euro rimasti disponibili dopo aver sostenuto le spese per la bara e per il volo di rientro, ora Caritas Ambrosiana intende progettare un intervento di solidarietà e di cooperazione a favore della famiglia e della comunità di origine di Bubacarr; per definirne obiettivi e modalità, si sta confrontando con la Caritas nazionale del Gambia, il cui direttore, Francis Mendy, sarà domani all’aeroporto di Banjul, in occasione dell’arrivo del corpo di Bubacarr.
Gualzetti: «Un piccolo segno di futuro e di progresso»
La volontà di Caritas Ambrosiana e del Decanato di Lecco è stata ispirata dalle parole dell’Arcivescovo di Milano: in un messaggio all’indomani della tragedia, monsignor Mario Delpini aveva riconosciuto che «la morte del giovane Bubacarr Darboe è motivo di desolazione e di sconcerto», ma aveva altresì incoraggiato a fare spazio a «una commozione intensa e una sapienza lungimirante, per credere che il lago può inghiottire tutto, ma non il bene che si fa».
«E noi crediamo – gli fa eco Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana – che nella comunità di origine del giovane migrante sia possibile, nonostante il dolore odierno, impiantare un piccolo segno di futuro e di progresso. Non solo per tenere viva la memoria di un ragazzo coraggioso, intraprendente e aperto alla vita, ma anche per dimostrare che il suo viaggio non è stato vano. E che anche dalle ferite più laceranti possono scaturire relazioni solidali e percorsi di speranza».