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Sirio 17 - 28 febbraio 2025
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Intervista

Bressan: «Il Giubileo chiama la politica a “riparare”»

Il Vicario presenta il ciclo di tre appuntamenti (dall’11 febbraio) in cui l’Arcivescovo incontra parlamentari e amministratori locali: «Il desiderio è creare quell’unità di intenti che permette di generare decisioni per risanare distorsioni e ingiustizie nei legami sociali»

di Annamaria BRACCINI

10 Febbraio 2025
Sindaci in Sant'Ambrogio durante l'ultimo Discorso alla Città (Agenzia Fotogramma)

«Siamo chiamati a comporre tensioni che sembrano inconciliabili: sviluppo contro sostenibilità, crisi ambientale contro crisi sociale, dimensione globale contro quella locale. Occorre un punto di vista più alto, di tipo culturale e spirituale, capace di abbracciare i vari aspetti che sono contemporaneamente in gioco». Scrive così l’Arcivescovo nel suo Discorso alla Città 2024, «Lasciate riposare la terra», definendo il Giubileo come «tempo propizio per una società amica del futuro». Ed è appunto da queste sollecitazioni che prende ispirazione quello che può essere definito il Giubileo diocesano dei politici, articolato in tre diversi incontri con ingresso a inviti, presso la Fondazione Ambrosianeum, con la presenza dell’Arcivescovo. A spiegare il senso dell’iniziativa è il vicario episcopale monsignor Luca Bressan.

Di cosa si tratta?
Si tratta di una continuazione e di un approfondimento delle sfide che l’Arcivescovo ha appunto lanciato nell’ultimo Discorso alla Città, relativamente a come pensare insieme strumenti per affrontare la complessità del cambiamento, potendo avere a disposizione nuovi mezzi per coltivare quel bene comune che la dissoluzione di tante dimensioni sociali, oggi, sta degradando o, addirittura, facendo sparire.

Perché un Giubileo dei politici?
Perché uno dei compiti del Giubileo è ristabilire l’armonia che la storia umana tende a minare: ciò che infatti papa Francesco indica chiaramente è il concetto di riparazione, sviluppandolo nella sua ultima enciclica Dilexit nos, come pure nella Bolla di indizione del Giubileo Spes non confundit. Inoltre il tema della riparazione sociale è uno strumento importantissimo per la politica, il cui compito finale è proprio riparare, attraverso la propria azione, le distorsioni e le ingiustizie che, talvolta, si creano nei legami sociali.

Monsignor Luca Bressan

Chi è stato invitato a questo momento riservato di dialogo e confronto?
Sono state invitate quelle persone che si occupano di politica nelle terre ambrosiane. A livello regionale, tutti i consiglieri, così come i componenti della Giunta e del Consiglio comunale, i sindaci dei capoluoghi di provincia su cui insiste il territorio della Chiesa ambrosiana e alcuni parlamentari originari della Diocesi.

Come si articolerà questo Giubileo?
La trama parte dalle opere di misericordia, nella convinzione che sono storicamente uno degli strumenti che il Giubileo indica per vivere appunto la penitenza. Le opere, come si sa, sono sette, ma abbiamo pensato di sceglierne tre, concentrando altrettanti eventi sul «prendersi cura degli ammalati», «visitare i carcerati» e «nutrire gli affamati e dare da bere agli assetati». Dopo la lettura di un brano biblico, si alterneranno due testimonianze per ciascun incontro e le conclusioni saranno affidate all’Arcivescovo. Il primo appuntamento è previsto per l’11 febbraio – Giornata Mondiale del Malato – con la presenza di illustri clinici quali Cristina Messa, già ministro dell’Università e della Ricerca, e Alberto Scanni, già direttore generale dell’Istituto Nazionale dei Tumori. Proseguiremo il 26 marzo sul carcere, con la già Guardasigilli Marta Cartabia e Teresa Mazzotta, dirigente dell’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna di Milano. Concluderemo il 14 maggio, con fra’ Marcello Longhi, alla guida dell’Opera San Francesco, e Valeria Negrini, vicepresidente di Fondazione Cariplo.

Verrà stilato un documento finale?
No. Proprio perché è un Giubileo, l’idea è di poter usufruire di alcuni strumenti perché l’individuo possa immaginare poi, con libertà, propri percorsi di riparazione. L’Arcivescovo, come detto, interverrà al termine, indicando alcune sintesi finali, ma l’intenzione è che sia solo una tappa di un discorso che continua. Il desiderio è quello di creare quell’unità di intenti che permette di generare decisioni politiche.

In questi anni sono stati molti gli incontri di monsignor Delpini con politici e amministratori locali. La politica rimane centrale per uscire dalla stanchezza che sembra attanagliare la nostra società?
Da questo punto di vista l’Arcivescovo è in linea con un suo predecessore, il cardinale Giovanni Battista Montini, che ricordava la famosa espressione che fu già dell’ambrosiano Achille Ratti, poi papa Pio XI: la politica è la più alta forma di carità. Vogliamo fare nostra questa persuasione in un momento in cui l’assenza di un’autentica politica porta alla violenza e chiama alle guerre.

Insomma, una presa di coscienza che il Giubileo è un momento di conversione del cuore…
Certamente, il Giubileo deve essere soprattutto nutrito da una conversione operativa, perché non basta dire a se stessi «adesso mi converto», ma è necessario chiedersi come dalla conversione – proprio perché ci convertiamo -, nasca un cambiamento affinché il mondo cambi.

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A partire dall’ultimo Discorso alla Città, all’Ambrosianeum tre momenti di riflessione e dialogo su altrettante opere di misericordia corporale: curare i malati (11 febbraio), visitare i carcerati (26 marzo), nutrire gli affamati e abbeverare gli assetati (14 maggio). Invitati parlamentari e amministratori locali