Sono passati quasi ottant’anni da quando per la prima volta il corteo storico nato per rievocare il gesto di San Martino percorse le strade di Bovisio Masciago. E domenica 9 novembre il centro storico si animerà con centurioni, legionari, monaci, vestali, pastori.
Era il novembre del 1945. La sfilata nasceva come un inno alla pace, la guerra era finita: non più soldati chiamati alla guerra, ma cavalieri, i contadini di Masciago che, in sella ai loro cavalli da tiro, rivestiti da costumi romani presi a noleggio dal Teatro alla Scala di Milano, si godevano il grande momento di festa, attorno al maestoso Santo a cavallo e al povero zoppicante, trascinato dal suo cane per dare vita a una manifestazione unica.
Ancora oggi, per un giorno intero, e solo una volta l’anno, Bovisio Masciago torna indietro nel tempo, quando il 10 novembre l’orologio alle 15 in punto si fermerà alla data del 334 dopo Cristo. Il diciottenne Martino, figlio di un tribuno militare e soldato egli stesso, dopo aver ricevuto il battesimo, avrebbe dato prova della sua carità e amore per il prossimo tagliando in due il proprio mantello e donandone metà a un povero. L’episodio ha ispirato anche il detto «l’estate di San Martino» poiché, secondo la leggenda, dopo quest’atto di carità il tempo, da freddissimo, si fece mite.
I personaggi
Nel 1945 la comunità di Bovisio Masciago, per dare un significato particolare ai festeggiamenti per la fine della seconda guerra mondiale, decise di onorare il santo – a cui in paese sono dedicate due chiese – rievocando questo episodio della sua vita. Da allora, grazie al lavoro del Comitato San Martino, nell’ambito della festa patronale di San Martino promossa dalla Comunità pastorale, ogni anno, in coincidenza del giorno della sua sepoltura, il paese si trasforma e si popola: sono un centinaio le comparse che sfilano per le vie, con centinaia di persone ai bordi delle strade ad ammirare la rievocazione storica. Davanti a questo corteo anche una ventina di cavalli con tanto di cavalieri, tra cui spicca quello riservato a Martino. E poi, ancora, la biga romana che ripercorre per sommi capi le vicende di quel periodo. Il personaggio che sicuramente fa più presa sugli spettatori è quello del povero che, per calarsi meglio nella parte, gira seminudo nonostante la rigida temperatura. Il momento clou della tradizionale cavalcata storica è proprio quello del taglio del mantello, ripetuto più volte nel corso del pomeriggio. Poi, tutti al campo sportivo dell’oratorio, dove verrà ricostruito un tempio romano: Martino sale al tempio, abbraccia la croce e con un cambio di scena riappare vestito da vescovo.
Al lavoro da un anno
Dietro a tutto questo c’è il lavoro di un anno intero, soprattutto per quanto riguarda la coreografia e la preparazione dei costumi, tutti cuciti dalle donne del paese e fedeli agli originali. Ieri come oggi per un tuffo nel passato.
Il corteo partirà alle 15 da via Comasinella, il taglio del mantello avrà luogo in piazza Anselmo IV e la scena finale al campo sportivo dell’oratorio San Martino. Per chi volesse seguire l’intero percorso, il corteo passerà dalle vie Longoni, Asiago, Del Foppone, Ticino, Bertacciola, Mariani, Tonale, Venezia, Tolmino, Comasinella, Pizzi, Padre Monti, Isonzo, piazza San Martino. E ancora Toti, Garibaldi, piazza Anselmo IV, corso Milano, Gaetana Agnesi, piazza San Martino, Isonzo, Giovanni XXIII, Giovanni Bosco.