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Sirio 18 - 24 novembre 2024
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6 ottobre

Bioetica: farsi prossimi in modo responsabile, anche oltre l’inguaribilità

In Curia arcivescovile convegno organizzato dal Servizio diocesano per la Pastorale della Salute. Don Paolo Fontana: «Prendersi cura del malato è possibile anche quando non si può guarirlo». Maura Bertini, organizzatrice dell'evento: «Per stare a fianco di chi soffre servono vicinanza e competenza»

di Stefania Cecchetti

1 Ottobre 2018

Sabato 6 ottobre, dalle 9.30 alle 12.30, presso la Curia arcivescovile (piazza Fontana 2, Milano), si terrà un convegno di bioetica sul tema «Prossimità responsabile», organizzato dal Servizio diocesano per la Pastorale della Salute. Un appuntamento ormai decennale, spiega il responsabile del Servizio don Paolo Fontana, che tuttavia nel tempo ha saputo rinnovarsi. «Nelle ultime due edizioni ci siamo impegnati a trattare in particolare il tema della relazione con il malato – precisa -. C’è una distinzione che dobbiamo sempre ricordare, quella tra curare e guarire. Guarire non è sempre possibile, ma è sempre possibile prendersi cura del malato». È anche l’esortazione di papa Francesco nel discorso tenuto l’anno scorso ai partecipanti al meeting regionale europeo della World medical association, da cui è tratto il titolo del Convegno: «Il Papa ci ricorda di non abbandonare mai il malato, anche quando le scelte difficili da compiere ci possono spingere a sottrarci alla relazione».

Una riflessione introduttiva e, a seguire, una tavola rotonda con esperti: il convegno seguirà questo schema. Ne parliamo con Maura Bertini, medico presso il reparto di riabilitazione dell’ospedale di Gallarate e membro della Consulta diocesana di Pastorale della salute, che ha organizzato concretamente la mattinata di riflessione. «Un’occasione – spiega – per sottolineare come la presenza a fianco delle persone fragili e malate debba coniugare vicinanza e competenza».

La riflessione iniziale sul concetto di «prossimità», di taglio filosofico-antropologico, è affidata a Silvano Petrosino, professore di Filosofia della comunicazione alla Cattolica. La successiva tavola rotonda sarà invece animata da due professionisti del settore sanitario: Graziella Falcone, infermiera in cure palliative presso l’Asst Rhodense, e Sandra Stazzer, responsabile dell’area neurofisiatrica dell’Irccs E. Medea La Nostra Famiglia di Bosisio Parini. Accanto a loro, Giulia Quaglini, presidente dell’Associazione Parkinson Insubria di Cassano Magnago, che contribuirà alla riflessione portando la prospettiva dei caregivers e dell’associazionismo familiare. Le tre relatrici dialogheranno tra loro a partire da alcune domande poste da due moderatori. Chiuderà la mattinata un dibattito con domande dal pubblico presente in sala.

«Desideriamo raccontare da diversi punti di vista le difficoltà e gli aspetti positivi del prendersi cura di persone con disabilità o gravi problemi di salute – spiega Bertini -. La complessità della persona fragile, soprattutto se alla fine della sua vita, richiede certo competenza e preparazione in ambito medico e socio-sanitario, ma è necessario anche lavorare in rete e costruire legami con l’ambito della comunità sociale, con le sue associazioni di malati, le parrocchie, gli ambiti di vita delle persone, il volontariato». In quest’ottica è stata invitata Giulia Quaglini, che assiste il marito, malato di Parkinson, ed è presidente di un’associazione di parkinsoniani.

«Graziella Falcone, infermiera, ci parlerà del ruolo delle cure palliative e affronterà il tema dell’empatia, una caratteristica importantissima della sua professione che spesso viene a mancare – spiega Bertini -. Eppure, nonostante sia una dote per certi versi innata, l’empatia si può anche apprendere, le scienze umane hanno molto da insegnarci in questo senso. Spesso noi medici e operatori sanitari abbiamo inconsciamente un atteggiamento giudicante. Succede quando malati o familiari, sotto il carico della sofferenza, possono diventare scostanti e aggressivi. Il nostro compito, allora, è evitare di farci trascinare, cercare di mettere in atto un ascolto attivo. Le persone che si sentono accolte, poi collaborano volentieri».

Sandra Stazzer, neurologa impegnata soprattutto con minori con gravi problemi neurologici, parlerà invece della relazione di cura col bambino e con la famiglia. «Dalla sua prospettiva di medico ci racconterà come cambia la relazione mamma-figlio, e più in generale gli equilibri familiari, in presenza di una grave malattia nel bambino, degli adattamenti necessari rispetto al desiderio di una vita cosiddetta normale», conclude Bertini.

Info: tel. 02.8556341; sanita@diocesi.milano.it

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