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Accordo

Beni culturali, Intesa tra Regione e Diocesi lombarde

A Palazzo Lombardia l'assessore Galli e monsignor Sanguineti hanno firmato un protocollo finalizzato alla salvaguardia e alla valorizzazione di questo patrimonio

28 Gennaio 2022
L'assessore Galli e monsignor Sanguineti

Stefano Bruno Galli, assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia, e monsignor Corrado Sanguineti, Vescovo delegato ai Beni culturali per la Conferenza Episcopale Lombarda e Vescovo di Pavia, hanno sottoscritto oggi a Palazzo Lombardia l’Intesa tra Regione Lombardia e Regione Ecclesiastica Lombardia finalizzata alla salvaguardia e alla valorizzazione dei Beni culturali.

La Regione Ecclesiastica Lombardia raggruppa le dieci Diocesi lombarde di Bergamo, Brescia, Como, Crema, Cremona, Lodi, Mantova, Milano, Pavia e Vigevano.

L’oggetto dell’Intesa

L’Intesa consente di costruire politiche di ampio respiro, con nuovi metodi gestionali e finanziari, e di collocare il patrimonio culturale di carattere religioso nell’articolato contesto delle politiche europee di valorizzazione dei Beni culturali (in questa intervista Francesca Losi, membro del gruppo di lavoro, illustra l’accordo)

Per Beni culturali di carattere religioso oggetto dell’Intesa s’intendono: il patrimonio immobile (dagli edifici di culto ai luoghi di aggregazione), il patrimonio mobile (dagli arredi liturgici, quadri, statue, al patrimonio archivistico e librario), il patrimonio immateriale (tradizioni e saperi) e i paesaggi culturali di matrice religiosa.

L’Intesa si inserisce nella legislazione regionale e nazionale vigente, nel quadro dell’Accordo di revisione del Concordato lateranense del 1984. Apre la strada a un futuro modello di governance multilivello e di rappresentanza multi-istituzionale, tenendo conto della specificità del patrimonio culturale italiano e lombardo, che presenta intense relazioni dei soggetti coinvolti, tra pubblico e privato.

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Galli: «Un riconoscimento a un patrimonio immenso»

L’assessore Galli ha dichiarato: «Come ciascun lombardo può facilmente constatare – ovunque si trovi nella nostra amata grande regione – il patrimonio storico e artistico di carattere religioso, sia materiale sia immateriale, costituisce una parte significativa dell’intero patrimonio culturale lombardo. La rilevanza del patrimonio ecclesiastico è altresì dimostrata da numerosi riconoscimenti Unesco quale patrimonio mondiale dell’umanità. Il pensiero corre immediatamente alla chiesa al Convento domenicano di Santa Maria delle Grazie e all’Ultima Cena di Leonardo (riconosciuti nel 1980), ai Sacri Monti di Varese e Ossuccio (2003), alla chiesa della Beata Vergine Incoronata di Sabbioneta (Mantova e Sabbioneta 2008), sino alla chiesa di Santa Maria foris portas di Castelseprio, al Monastero di Torba e al complesso monastico di San Salvatore-Santa Giulia di Brescia (riconoscimento Longobardi 2011). Pertanto, Regione Lombardia considera un atto doveroso quello di accompagnare le Diocesi lombarde – con particolare attenzione alla progettazione strategica pluriennale e inter-istituzionale dell’Unione Europea – nel perseguire tutte le possibili strade che consentano loro di acquisire le conoscenze, i mezzi e le relazioni necessarie per salvaguardare, valorizzare e continuare a tramandare al meglio questo immenso giacimento di storia, arte e tradizioni, che va considerato parte integrante e fondativa dell’identità culturale e del più autentico spirito lombardo. La sottoscrizione di questa intesa giunge a coronamento di un lungo impegno istituzionale rivolto al patrimonio ecclesiastico. Basti ricordare il bando destinato ai Beni culturali mobili e immobili di enti ecclesiastici, che fu accolto con grandissimo favore e che ha visto impegnati quasi venti milioni di euro in tre anni (2019-2021) a copertura di quasi novanta progetti di ristrutturazione diffusi su tutto il territorio regionale».

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Sanguineti: «Un’occasione di formazione»

«Desidero sottolineare il valore altamente positivo di questa attenzione di Regione Lombardia nei confronti della Regione Ecclesiastica Lombarda, attenzione volta alla promozione di attività e all’attenzione ad alcune realtà di alto interesse culturale – ha commentato monsignor Sanguineti -. La firma dell’accordo manifesta sicuramente la volontà di collaborazione ed è sinonimo delle buone relazioni che sussistono tra queste due istituzioni, la Regione da una parte, e le Diocesi lombarde dall’altra; inoltre, vedo nella firma di questo accordo un ulteriore passo avanti nella promozione culturale: non si tratta solo di tutela e conservazione di beni, ma anche occasione di formazione umana, culturale e spirituale delle persone. Un ringraziamento sincero, infine, a tutti i promotori di questo accordo”.

Agnesi: «Al servizio del bene comune»

Secondo monsignor Franco Agnesi, Vescovo delegato dell’Osservatorio Giuridico Legislativo Regionale della Regione Ecclesiastica Lombarda e Vicario generale dell’Arcidiocesi di Milano, «l’Intesa esprime con grande efficacia, e su un tema cruciale, lo spirito di collaborazione costruttiva tra istituzioni civili ed ecclesiali. Naturalmente il testo firmato oggi andrà reso concreto e dettagliato nel tempo, ma già ora rappresenta uno strumento fondamentale in vista non solo della conservazione e della tutela dei beni culturali, ma anche per la formazione, in particolare delle nuove generazioni. Mi pare infine che l’Intesa dica molto bene il desiderio della Chiesa della Lombardia di mettere il patrimonio culturale ecclesiastico a servizio del bene comune, confidando che le istituzioni civili e culturali abbiano l’attenzione di custodirne la peculiarità».

Bressan: «Nuove partnership e alleanze»

“Si tratta di un accordo che vuole aprire, almeno per noi come Chiesa, un cammino nuovo – ha dichiarato monsignor Luca Bressan, Vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale dell’Arcidiocesi di Milano -. Questo accordo concede alla diocesi e a tutta la Chiesa di Lombardia di costruire nuove partnership e alleanze, sia locali che europee, che ci consentono di reperire fondi per il mantenimento, la custodia e la promozione del patrimonio culturale. Riuscendo a salvaguardare la dimensione culturale, possiamo aiutare tutti, anche coloro che non credono o non sono cristiani, a capire cosa effettivamente i cristiani hanno voluto testimoniare edificando monumenti e creando opere d’arte».